La nuova corsa allo spazio
28.04.2023
Pochi giorni fa vi avevamo parlato della missione americana ed europea per esplorare Giove e le sue lune, con l’obiettivo di effettuare ricerche approfondite sull’abitabilità, soprattutto delle lune. È di questi giorni invece la notizia che la Cina sta puntando alla Luna.
La missione cinese
Wu Weiren, lo scienziato a capo dell’ambizioso programma di esplorazione lunare di Pechino, non ha dubbi: “gli astronauti cinesi lasceranno le proprie impronte sulla Luna entro il 2030”. Un’intenzione che non nasce dal niente, ma che segue ad un lungo periodo di studio e osservazione del principale satellite terrestre: nel 2013 ci fu il primo allunaggio con la missione Chang’e 5, con la cui sonda – senza equipaggio – vennero portati i primi campioni di suolo lunare in Cina solo 3 anni fa. Campioni che si sono rivelati fondamentali per studiare la tipologia e le peculiarità del suolo lunare in vista della costruzione delle prime basi.
Obiettivo una base lunare in 5 anni
Secondo lo stesso Wu Weiren “dobbiamo costruire basi utilizzando i materiali lunari, almeno se desideriamo rimanere a lungo su essa” e a quanto pare la Cina intende farlo entro i prossimi cinque anni. Per costruirle sarà lanciato sul satellite naturale un robot, incaricato di realizzare “mattoni del suolo lunare” (sempre nell’ottica dell’utilizzo di materiali lunari), entro il 2028. Almeno secondo le parole di un esperto dell’Accademia cinese di ingegneria.
Il futuro della missione
Come detto, questo è solo uno dei vari importanti step nella ricerca di abitabilità al di fuori della Terra. La missione Chang’e 5 – il cui nome riprende quello della dea cinese della Luna – non avrà un seguito, ne avrà tre: la Cina lancerà presto le missioni Chang’e 6, 7 e 8, con quest’ultima responsabile non solo del lancio del robot “muratore” di cui parlavamo poc’anzi, ma sarà anche incaricata di cercare risorse, in primis ovviamente acqua, utilizzabili per la permanenza umana di lungo termine, di fatto dei criteri di abitabilità. Chang’e 8 condurrà quindi delle indagini sull’ambiente e la composizione minerale, per poi determinare se tecnologie innovative e sempre più affidabili – come la stampa 3D, i cui campi di applicazione crescono di giorno in giorno – possano essere usate sulla superficie lunare.
Insomma, pare intensificarsi la corsa mondiale per la ricerca di un Pianeta alternativo alla Terra, in cui ci sia la possibilità di vita, anche se probabilmente dentro le basi, in cui verrà ricreata l’atmosfera terrestre. La Cina (ma anche gli Stati Uniti con la missione Artemis) sta puntando alla Luna, l’ESA e la NASA a Giove. Una corsa che a livello scientifico dimostra il moto perpetuo del progresso a livello mondiale, accelerato dall’ennesima rivoluzione tecnologica e industriale, ma che a livello umano e sociale non porta buone notizie: cercare con cotanto ardore l’abitabilità in altri Pianeti significa una cosa sola: che siamo bene a conoscenza dell’insostenibilità della nostra vita sulla Terra, sia a livello ambientale che di popolazione.
Riccardo Imperiosi, Direttore Giovane Avanti!
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