Come sta cambiando il lavoro con la rivoluzione digitale?

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Durante il XVIII Congresso della UIL, hanno provato a formulare una risposta il docente di modellazione 3D dello IAAAD di Bologna, Alberto Tortora e Riccardo Imperiosi, responsabile Outlook giovani TM.  Si sono confrontati di fronte alla platea dei ragazzi di UIL CAMP, il progetto di formazione sindacale giunto quest’anno alla sua quarta edizione.

Il dibattito è partito dall’esperienza dello stesso professore. Alberto Tortora, dopo la licenza media, a soli 14 anni, ha iniziato a lavorare come orafo. In oltre 40 anni di attività si è continuamente aggiornato sulle innovazioni tecniche dell’artigianato, fino a specializzarsi nel settore della stampa 3D.

Quindi ha visto in prima persona il radicale mutamento avvenuto nel mondo del lavoro, riconoscendo alla rivoluzione digitale di aver facilitato i processi di produzione. Oggi servono molte meno lavorazioni e meno passaggi per arrivare alla finalizzazione di un prodotto.

Ma se cambiano i metodi di lavoro è bene rinnovare anche i percorsi formativi. Decenni fa si apprendeva un mestiere facendo pratica nelle catene di montaggio. Oggi si può e si deve fare ricorso a una formazione virtuale e più spendibile. Cioè bisogna acquisire competenze e abilità altamente specializzate e applicabili trasversalmente.

È così che l’innovazione tecnologica non è più una minaccia per l’occupazione, ma un’occasione da cogliere. La parola chiave è duttilità. Infatti, padroneggiare tecniche e conoscenze di ultima generazione significa potersi collocare con facilità nell’industria 4.0. I vantaggi sono evidenti anche sul piano del costo del lavoro. Skills digitali sono sinonimo di qualità e avanguardia che rendono economicamente sostenibili importanti aumenti salariali.

Riccardo Imperiosi però non ha mancato di sottolineare che le opportunità di formazione in senso tecnologico e digitale non sono uguali su tutto il territorio nazionale.  Una scuola che opera in un contesto di disagio e povertà non registrerà certo un alto tasso di occupati tra i propri ex alunni. E questo è il tema che per i ragazzi di UIL CAMP merita la massima attenzione politica e sindacale.

Come è di cruciale importanza continuare a finanziare gli Istituti Tecnici Superiori. Sono innovative scuole per l’istruzione di II livello che permettono di colmare l’ormai noto skill mismatch tra domanda e offerta di lavoro.

Ad ogni modo nella corsa verso il Terzo Millennio non devono essere lasciati indietro tutti i lavoratori e le lavoratrici che nello sviluppo tecnologico rischiano di essere sostituiti dalle macchine e non sono nativi digitali. È fondamentale che l’azione sindacale si impegni nella tutela e nella re-immissione nel mercato del lavoro delle figure professionali ormai superate dalla rivoluzione tecnologica.

Infine, il sindacato del futuro non può non farsi carico della responsabilità di rappresentare l’alternativa visione del lavoro di cui Millennias e generazione z sono portatori. Come spiega Riccardo Imperiosi, le nuove generazioni vogliono passare dal precariato statico alla stabilità dinamica. Immaginano un’organizzazione del lavoro per obiettivi, con una riduzione dell’orario lavorativo a parità di trattamento che permetta un sensibile miglioramento delle condizioni di vita di tutti e tutte.

La UIL è al lavoro per realizzarlo.

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