Le nuove tecnologie al servizio del monitoraggio degli eventi sismici
20.04.2023
Un recente studio nato dalla collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dal GeoForschungsZentrum di Potsdam (GFZ) (“Distributed dynamic strain sensing of very long period and long period events on telecom fiber‐optic cables at Vulcano, Italy”, pubblicato sulla rivista Scientific Reports e consultabile al link) ha impiegato il tratto di fibra ottica sottomarino che si estende per circa 50 km tra la centrale TIM dell’isola di Vulcano e Milazzo, al fine di monitorare gli eventi sismici legati al vulcanismo.
È noto, infatti, che la valutazione del rischio vulcanico richiede informazioni geofisiche, geochimiche e geologiche, acquisibili attraverso strumentazione scientifica installata sui fianchi e sulla sommità dei vulcani. In particolare, la natura dei segnali sismici a lunghissimo periodo (VLP) e a lungo periodo (LP) relativi a tali formazioni geologiche è da diversi decenni oggetto di dibattito fra i ricercatori del settore. Nello specifico, i segnali sismici di natura vulcanica sono utili alla comprensione dello stato del vulcano alla stima della sua effettiva pericolosità.
L’innovativa tecnologia siciliana
La nuova tecnologia adottata nel mare della Sicilia ha mostrato una grande accuratezza nel rilevare anche segnali di intensità molto bassa, permettendo di osservare le variazioni delle deformazioni generate dagli eventi sismici locali.
L’applicazione su larga scala di questo stesso sistema, inoltre, consentirebbe un buon risparmio economico. I sismometri a banda larga, infatti, sono stati finora gli strumenti principali per studiare i processi di origine dei segnali in questi contesti.
Tuttavia, nelle piccole isole vulcaniche, l’ambiente sottomarino richiede l’installazione di strumentazione particolarmente costosa e difficile da gestire e mantenere.
Lo studio dell’INGV, invece, ha dimostrato che l’interrogazione del cavo in fibra ottica che collega l’isola di Vulcano a Milazzo, associata ad algoritmi di elaborazione dedicati, può contribuire efficacemente, in maniera economica e con l’acquisizione di un ragguardevole numero di dati, al monitoraggio sismico e alla comprensione dell’origine dei segnali a bassa frequenza generati dall’attività sottomarina.
Maggiore prevenzione degli eventi sismici
L’auspicio è che l’iniziativa – che si inserisce nell’ambito del possibile uso delle infrastrutture in fibra ottica anche in ambito scientifico, soprattutto come sensori di nuova generazione – possa aprire scenari di concreto miglioramento sulla strada della prevenzione, che – tanto in relazione ai fenomeni di natura sismica e vulcanica, quanto in riferimento alle calamità naturali in genere – rappresenta una tematica di primaria importanza per la salvaguardia dei territori e delle popolazioni residenti.
Ricerche come quella in oggetto, frutto dell’eccellenza italiana in collaborazione con la comunità scientifica internazionale, costituiscono l’occasione per ribadire che, per salvaguardare l’identità dei luoghi, le loro vocazioni e tutelarli dai fenomeni naturali sempre più violenti, serva un sistema che sia, in primis, orientato proprio alla cultura della prevenzione e della corretta informazione, ma che preveda anche una adeguata gestione delle emergenze, a protezione delle persone, del lavoro e delle imprese.
Dipartimento Ambiente UIL
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