SUPERBONUS, COSA SUCCEDE ORA?

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05.01.2024

Il superbonus è l’agevolazione fiscale che ha consentito a partire dal luglio 2020 di detrarre al 110% le spese sostenute per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici. Una misura accolta con favore un po’ da tutti ma che con il tempo ha mostrato le sue crepe ed è stata man mano ridimensionata fino all’annuncio per il 2024 di un taglio al 70%.

Una decisione molto criticata dalle parti sociali del settore costruzioni, e non solo, secondo le quali è doverosa si una riforma dello strumento ma in maniera graduale e a favore dei redditi più bassi. Per i sindacati e le imprese del settore, dopo l’ennesimo intervento sulla materia, sarebbe stato utile concedere una proroga per evitare migliaia di contenziosi che lo stop genererà. Diluire i tempi avrebbe dato la possibilità ai condomini di concludere i lavori senza fretta e fare il salto di classe energetica, vero scopo del Superbonus.

Per rispondere all’allarme lanciato da mesi da sindacati e imprese il governo ha pensato di fare approvare in fretta e furia a dicembre un decreto che, però a detta dei più, risolve solo in parte le cose, con una sanatoria prevista per il 2023 che coprirà tutti i lavori deliberati nel 2022 e in corso nel 2023 anche se non terminati e anche per chi non avrà raggiunto le due classi di efficienza energetica.

Un punto anche questo molto discutibile che non permetterà di distinguere in tal modo chi ha usato la misura in buona fede da chi l’ha sfruttata furbescamente solo per farsi una ristrutturazione gratis e senza alcun effetto sul risparmio energetico. Lo scenario all’orizzonte non è dunque roseo, per famiglie e imprese si prospettano tempi duri dal momento che ci sono ancora 13 miliardi di lavori da ultimare con il rischio di migliaia di contenziosi pronti ad esplodere, condomini contro imprese per i ritardi, imprese contro i crediti incagliati, famiglie con i redditi alti contro famiglie con i redditi bassi. E intanto resta il rischio per circa 200mila lavoratori di perdere il posto a causa non solo dello stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura, ma anche dei tagli indiscriminati operati sul PNRR e le incertezze nei flussi finanziari.

“Noi – dichiara Vito Panzarella – Segretario Generale FenealUil – abbiamo sempre sostenuto l’importanza di questa misura proprio perché, in accordo con gli impegni di riduzione delle emissioni di CO2 come richiesto dall’Europa, dava dopo decenni la possibilità a tanti di effettuare interventi di miglioramento energetico e sismico e di abbattimento delle barriere architettoniche. Uno strumento che ha innegabilmente fatto ripartire il settore e contribuito alla crescita del Pil, ma che da tempo sosteniamo occorre riformare e correggere per evitare sprechi e abusi. Su questo tema – prosegue il segretario – ci siamo spesi tanto e, insieme alla Fillea Cgil, siamo scesi in piazza il primo aprile con una manifestazione contro la cancellazione della cessione del credito e dello sconto in fattura per evitare che il superbonus diventasse una misura solo a favore dei ricchi. Abbiamo più volte avanzato le nostre proposte per migliorare le storture e cercare di sfruttare al meglio questa agevolazione che può rivoluzionare il comparto ma non come utilizzato finora.

È vero che l’ultimo decreto stabilisce una proroga per i meno abbienti (redditi fino ai 15mila euro per un single e 36mila euro per una famiglia di tre) che potranno conservare il 110% anche nel 2024 se quest’anno sono arrivati al 60% dei lavori, ma secondo criteri molto stringenti che difficilmente produrranno gli effetti sperati. Mentre la maggior parte dei lavori in bilico (ancora 13 miliardi) potrà essere completata con uno sconto che scende al 70% con il rischio che moltissimi cantieri chiudano per mancanza di liquidità.

Apprezziamo l’intervento del governo volto a risolvere la questione ma riteniamo il decreto una soluzione parziale e non strategica mentre serve buon senso e programmazione nell’affrontare la fase passaggio che dovrà portare alla fine del 110, attraverso una riforma complessiva degli incentivi che favorisca innanzitutto i redditi più bassi e non attraverso scelte che finiscono per colpire sempre e solo i poveri.” Per Panzarella ancora una volta “non si dà certezza alle imprese, agli operatori economici, ai lavoratori e ai cittadini, non si individuano soluzioni a ciò che non sta funzionando, non si forniscono strumenti per consentire di traguardare la fase di passaggio da una normativa a un’altra e di dare continuità e strutturalità a scelte strategiche, come quella della messa in sicurezza del nostro patrimonio edile residenziale e dell’attuazione della transizione energetica e dell’efficientamento immobiliare.”

È ormai chiaro a tutti che una riforma dei bonus è doverosa ma “non si risolve tutto con un colpo di spugna come spesso questo governo vuol fare, occorre avere una linea politica sulla rigenerazione urbanistica. La riqualificazione delle nostre città è un tema troppo importante che non può essere risolto dall’oggi al domani con decreti di urgenza. Non dimentichiamo che l’Unione europea ha fissato ambiziosi obiettivi per la riduzione delle proprie emissioni di gas serra, con l’intenzione di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e tale obiettivo viene indicato nella legge europea sul clima, insieme all’obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030.

Ancora quindi una volta chiediamo di investire in una politica industriale mirata e strategica per rigenerare il patrimonio esistente e centrare gli obiettivi di efficienza energetica, sicurezza antisismica e sostenibilità ambientale, agevolando le fasce di popolazione meno abbienti, creando buon lavoro ed inclusione, e puntando ad una rigenerazione non solo fisica degli spazi ma anche sociale. Ripensare oggi le città in termini di maggiore sostenibilità è l’unica strada possibile tenendo insieme lavoro stabile e di qualità, qualificazione di impresa e lotta all’illegalità.”

FENEAL UIL

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