Quanto sono informati i giovani sulla contraccezione?

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07.02.2023

L’utilizzo di metodi contraccettivi sembra sempre meno utilizzato dalle giovani generazioni, anche se questi non sono solo un’efficace precauzione per una gravidanza indesiderata, ma anche per tutte quelle malattie sessualmente trasmissibili di cui, alla fine, ci sentiamo sempre molto lontani. Forse per carenze di informazione e educazione, forse per un’eccessiva fiducia nei progressi in ambito medico.

I giovani e la contraccezione

Secondo delle recenti indagini (Studenti.it su un campione di 5000 studenti) quasi la metà – il 46% – dei ragazzi consuma il primo rapporto sessuale completo prima dei 16 anni, età che va abbassandosi sempre di più. Nella totalità dei ragazzi solo il 59% utilizza regolarmente il preservativo e solo l’8% si protegge con altri metodi: il resto li utilizza di rado o per niente, andando incontro non solo a gravidanze indesiderate, ma anche a malattie sessualmente trasmissibili di cui spesso non sono a conoscenza. Infatti, se quasi tutti (91%) sanno di andare incontro a questo rischio, non tutti sono ferrati in materia: tra HIV, herpes genitale, condilomi ed epatite B, il 48% dei giovani dichiara di conoscere solo alcune di queste malattie, il 39% ha risposto di conoscerle tutte, mentre il 13% nessuna e, alla domanda se HIV e AIDS siano la stessa cosa, solo il 56% ha risposto correttamente.

I metodi contraccettivi

I requisiti di un contraccettivo ideale sono: efficacia, facilità di utilizzo, bassa incidenza di effetti collaterali, minima interferenza con il rapporto sessuale e reversibilità. Non esistono solo quelli da usare durante il rapporto sessuale – i cosiddetti metodi di barriera – come il preservativo e il diaframma. Ci sono anche quelli da usare prima del rapporto, i contraccettivi ormonali – pillola estroprogestinica, minipillola, anello vaginale, cerotto transdermico, iniezione di estroprogestinici – e i dispositivi intrauterini (IUD, meglio conosciuta come spirale).

Quali sono quelli più affidabili?

Per misurare l’affidabilità di un metodo contraccettivo il dato migliore è l’Indice di Pearl, che misura il numero gravidanze insorte in cento donne che usano un certo metodo in un anno: ovviamente più il numero è basso e più è sicuro. Per essere precisi dobbiamo suddividere tra un rischio associato all’utilizzo comune (che tiene conto degli errori che si possono compiere nell’utilizzo) e quello relativo a un utilizzo ottimale (che segue perfettamente le indicazioni del produttore).

In questo senso il preservativo è quello più rischioso (18% a uso comune; 2% uso ottimale), lontano dalla sicurezza di altri metodi come la pillola (9%; 0.3%) o la spirale (0.2% in entrambi i casi).

Le malattie sessualmente trasmissibili

Le malattie sessualmente trasmissibili (MST) sono un vasto gruppo di malattie infettive – ad oggi si conoscono oltre 30 diversi patogeni tra batteri, virus, protozoi, e parassiti – molto diffuso in tutto il mondo che può essere causa di sintomi acuti, infezioni croniche e gravi complicanze a lungo termine. Se molti conoscono le MST più famose come HIV, herpes genitale e sifilide (molto comune nel XIX secolo), molte altre rimangono vittima della poca informazione come gonorrea, epatite B e C, clamidia, papillomavirus (HPV).

Fondamentale è l’aspetto preventivo: oltre alla responsabilità individuale di proteggersi con strumenti efficaci utilizzati in modo ottimale, è importante sottolineare l’importanza della responsabilità collettiva. In questo senso, secondo l’OMS, sono importanti un facile accesso ai servizi di diagnosi e cura, un’educazione alla salute sessuale, una messa a punto dei servizi per migliorare la consapevolezza della popolazione, l’utilizzo dei vaccini disponibili e, in generale, il coinvolgimento di tutte le parti in causa, sia del settore pubblico che del settore privato, per la prevenzione e il trattamento delle MST.

Viviamo in un mondo dove il sesso è sempre più libero e le nuove generazioni sono sempre meno informate. Già qui sostenevamo la necessità di fornire un’educazione sessuale pubblica ai ragazzi affinché la loro formazione non sia di esclusiva competenza di PornHub e OnlyFans. Non a caso, nell’indagine sopra menzionata, l’84% degli intervistati si dimostra molto sensibile e interessato all’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole. Allora ascoltiamoli questi ragazzi.

Riccardo Imperiosi, Direttore Giovane Avanti!

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