Prezzi record per i biglietti dei concerti

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11.04.2023

Che sia classica, pop, jazz o rock, la musica ha un valore inestimabile per la nostra storia e cultura italiana ma non solo, ci permette di vivere momenti di evasione, emozioni dalle sfumature diverse e cornice dei momenti della nostra vita.

Se il valore affettivo e culturale non è da porre in discussione, differente è la questione riguardante i costi dei biglietti dei concerti che gravano oggi sul consumatore. Costi che sono in significativo aumento dal 2019 e che hanno avuto un importante rialzo proprio nel 2023.

Perché i prezzi dei biglietti dei concerti sono diventati così cari?

Indubbiamente nell’ultimo ventennio, il mondo digitale e l’ascolto della musica via streaming ha notevolmente cambiato il meccanismo delle royalty discografiche.

Siamo passati da un mondo dove esistevano negozi di dischi, cassette, e vinili all’esistenza prettamente di store digitali.

Ovviamente è cambiato il meccanismo di ripartizione degli introiti per gli artisti e per le case discografiche ed in questa rivoluzione chiaramente l’esperienza della musica live è rimasta l’unico prodotto indivisibile ed inimitabile.

I concerti sempre più sono vere e proprie produzioni di spettacoli completi, con utilizzo di effetti scenici, corpi di ballo, palchi roteanti e altre innovazioni.

Ed infatti, se questa estate vorremo assistere al concerto dei Coldplay negli stadi serviranno almeno cento euro, e per artisti italiani siamo di poco sotto questo impegno economico.

Le conseguenze di questi rialzi dovrebbero delineare una maggiore difficoltà di vendite, ed invece è l’esatto opposto. 

Da quando, ormai, la prevendita segue quasi totalmente la vendita online risultano spesso sold out maturati in pochi minuti, e sorgono dubbi su dinamiche di possibile speculazione sulle ipotetiche rivendite dei biglietti stessi. 

Intorno a questa dinamica ormai acclarata, si aggiungono i rincari dell’ultimo anno su energia elettrica e carburante che sicuramente hanno un impatto non residuale sull’alimentazione dell’intero spettacolo, sugli spostamenti dei tir e del personale che si muove per il tour.

Oltre ad un progressivo aumento dei cachet degli artisti che dopo il blocco di due anni dei concerti causa pandemia hanno sicuramente avuto un rialzo, per non dire raddoppio.

L’emergenza del mondo della musica

Altro elemento, spesso non considerato, è che il mondo della musica, soprattutto in Italia, ha avuto un momento di forte depressione durante la pandemia.

È stata probabilmente l’unica volta in cui associazioni di rappresentanza così differenti hanno cercato di costruire qualcosa assieme, istituendo tavoli presso il Ministero della Cultura.

Questa emergenza aveva delle fondamenta radicate nella difficoltà di potersi sostenere autonomamente per molti addetti ai lavori, spesso meno altisonanti dei grandi artisti e spesso senza alcuna rendita dai diritti d’autori.

Per questo motivo oggi è molto più complicato trovare tecnici specializzati, alla gestione dello spettacolo, al montaggio e a tutto ciò che compete “il dietro le quinte” di eventi di tale entità.

Questo porta, secondo Demetrio Chiappa della cooperativa Doc Servizi, ad un aumento delle ore necessario per allestire lo spettacolo con rischi legati alla salute e sicurezza dei lavoratori.

Le speculazioni delle multinazionali

Non per ultima, c’è la questione delle multinazionali che operano nel settore dell’organizzazione dei concerti.

Molti promoter nazionali sono stati acquisiti da questi colossi del mercato che hanno di fatto annullato la concorrenza, maturando un potere contrattuale difficilmente opinabile.

Basti pensare che persino Robert Smith, cantante della band dei Cure, si è disgustato pubblicamente su Twitter per le commissioni aggiuntive che Ticket master ha imposto sulla vendita dei loro concerti.

La band aveva scelto di mantenere un prezzo popolare dei biglietti, e questa intenzione non è stata rispettata dalla multinazionale, che ha poi rimodulato le commissioni offrendo un rimborso calcolato sul prezzo originale.

Rimane, quindi, l’amarezza di costatare il vertiginoso aumento dei costi e di conseguenza dei prezzi dei biglietti al pubblico e di riflesso la rigidità di un mercato che ad ogni modo è fatto di domanda ed offerta. 

Se la domanda risponde in pochi minuti alla totalità dell’offerta, difficilmente ci saranno presupposti per invertire la dinamica perversa dell’aumento graduale del prezzo.

Valerio Camplone

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