SETTORE SPETTACOLO: “NON SI COMBATTE IL PRECARIATO CON L’USO DEI VOUCHER”
12.01.2023
Mentre tutto il settore dell’audiovisivo è in crescita tra film, serie tv, clip musicali e spot pubblicitari che intrattengono le nostre giornate, tutti coloro che lavorano nei set, dai cameraman ai tecnici dell’audio e del sonoro, fino agli autori, attori e sceneggiatori, non possono sempre dirsi soddisfatti. Anzi, tra contratti inapplicati e paghe al ribasso, cresce il numero di freelance precari.
Per ogni prodotto video ci sono decine di lavoratori coinvolti, dalle maestranze (i tecnici set, audio, sonoro e luci, come dei costumi e della scena) ai lavoratori cognitivi (autori, attori, sceneggiatori, doppiatori, sottotitolatori) che godono di diversi inquadramenti professionali. Tutti lavoratori dello spettacolo per legge, che, in quanto tali, possono iscriversi al Fpls – Fondo pensione lavoratori spettacolo, che garantisce tutele nell’accesso al welfare (pensione, maternità, malattia e disoccupazione). Questo, purtroppo, non sempre si verifica. Si assiste sempre con maggiore frequenza, all’assenza di contratti firmati, a retribuzioni chiare e definite molto spesso non consone alle prestazioni svolte, senza continuità di lavoro e con un abuso di contratti a termine.
A inasprire ancor di più una situazione già di difficile precarietà è stata l’estensione dell’utilizzo dei voucher al settore dell’intrattenimento, attuata dal governo Meloni nella legge di Bilancio 2023. Non si combatte il precariato rafforzando l’uso dei VOUCHER!
Una scelta assolutamente sbagliata da parte del Governo. Incentivare i Contratti Nazionali, detassare le tredicesime, gli aumenti negoziali, sono alcune delle tante proposte che, come UIL, abbiamo presentato al nuovo esecutivo.
Pensiamo che siano altre le risposte che vanno date per rilanciare il sistema economico, cominciando anche da una vera politica industriale.
Considerando le retribuzioni medie del settore, una soglia annua di 10.000 euro non servirebbe a retribuire un lavoro occasionale, ma a eludere un vero e proprio lavoro continuativo.
La motivazione che questo strumento contrasterebbe il lavoro nero è già stata smentita dai fatti.
I dati dell’Inps sulle ispezioni sui posti di lavoro in Italia tra il 2014 e il 2017, dimostrano che i voucher utilizzati da migliaia di imprese in modo distorto hanno finito per facilitare il lavoro sommerso.
Dietro i voucher può celarsi la forma estrema del precariato.
Una piaga che danneggia e rende ancora più incerti gli occupati e che crea un danno considerevole alle imprese oneste che usano le forme di lavoro previste dai contratti flessibili alterando al ribasso le ragioni della concorrenza, con maggiore enfasi nel mondo dello spettacolo dove la discontinuità la fa da padrona.
Il sindacato conduce da tempo una denuncia giusta e doverosa. Tocca ora alla politica, al Parlamento, prendere l’iniziativa per presidiare la legalità e il diritto al giusto lavoro, se non verrà fatto, con la caduta delle nuove assunzioni cui assistiamo in questi mesi per la fine degli incentivi e con la probabile esplosione dei voucher, anche chi ha sperato in una ripresa dovrà ricredersi.
Se non si interverrà l’unica cosa che rischia di lievitare e crescere sarà la precarietà e la solitudine di migliaia di lavoratori dello spettacolo, già provati da anni di pandemia e dalla inesorabile contrazione delle opportunità lavorative.
Ufficio Comunicazione UILCOM
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