WIND3: preoccupazione per l’incertezza dell’operazione di vendita della rete. Serve incontro urgente

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11.01.2024

La preoccupazione del sindacato nasce dall’indeterminatezza della situazione. Siamo da sempre contrari all’idea che l’integrazione verticale degli operatori telefonici, cioè la possibilità che un’azienda di telecomunicazioni oltre ad offrire servizi commerciali, possieda anche l’infrastruttura di rete attraverso cui gli stessi servizi commerciali vengono erogati, rappresenti un danno per il mercato e per la libera concorrenza. Lo siamo ancor più ora che, in Europa come in Italia, l’indirizzo preso sembra quello di un consolidamento del settore attraverso operazioni societarie che mirano a ridurre il numero dei player e di fatto la concorrenza esasperata, aumentando conseguentemente la redditività delle stesse aziende, e mettendo un freno alla drastica riduzione dei ricavi degli ultimi anni.

Nessuna prospettiva industriale

I progetti di separazione della rete dai servizi, e la successiva vendita dell’infrastruttura a fondi stranieri di investimento (totalmente come TIM, o in quota parte ma di fatto non mantenendone il controllo come WIND3), hanno da sempre trovato la nostra netta opposizione e contrarietà, palesata attraverso scioperi e manifestazioni, perché ritenute operazioni esclusivamente finanziarie, prive di prospettive industriali.

Sono tra l’altro operazioni molto complesse che necessitano di numerosi iter autorizzativi dalle conclusioni tutt’altro che scontate. Ad oggi, infatti, non si conoscono ancora gli esiti delle operazioni di separazione e cessione.

 

Programma di Efficienza dei Costi?

Mentre per TIM abbiamo assistito alla sola accettazione in Cda dell’offerta del fondo americano KKR, con una dichiarata definizione potenziale dell’operazione entro l’estate, per quanto riguarda la vendita della rete di Wind3 al fondo svedese EQT, la situazione è in stallo da mesi. L’operazione, infatti, prevedeva un’iniziale chiusura entro il mese di Ottobre 2023, poi divenuto Dicembre, e successivamente Febbraio 2024. Ad oggi però, per stessa ammissione di Ck Hutchison, il Gruppo cinese che controlla WindTre, la vendita del 60% della rete potrebbe non concretizzarsi.

A questa situazione di indeterminatezza, si aggiunga il messaggio inviato lunedì a tutti i dipendenti, a firma dei due Amministratori Delegati dell’azienda, in cui si faceva riferimento alla partenza di un progetto denominato “Programma di Efficienza dei Costi”, un’iniziativa definita strategica, per ridurre i costi operativi, ottimizzare le risorse e garantire la sostenibilità economica.

La preoccupazione del sindacato 

Da qui la grande preoccupazione che la UILCOM ed il Sindacato Confederale hanno unitariamente espresso con il comunicato pubblicato ieri, dove si evidenziava la necessità di comprendere quale sia la reale situazione del progetto di vendita della rete, e quali eventuali percorsi siano stati presi nel caso in cui il progetto non si concretizzasse.

Perché, a ben vedere, il progetto aziendale di contenimento dei costi sopra richiamato, che appare diretta conseguenza della situazione di stallo nella vendita di quota parte della rete, evoca soluzioni che scaricherebbero sulle spalle delle Lavoratrici e dei Lavoratori il mancato raggiungimento degli obiettivi dell’azienda.

Ufficio Comunicazione Uilcom

 

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