Mobilità green: Firenze al primo posto in Italia

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03.06.2022

In occasione della Giornata Mondiale della Bicicletta, che si celebra oggi 3 giugno, analizziamo i dati restituiti dal “Quindicesimo rapporto di Euromobility sulla mobilità sostenibile nelle principali 50 città italiane”. La salvaguardia dell’ambiente dipende fortemente dalle emissioni e questa è la principale ragione per cui la mobilità green diventa sempre più una priorità: auto elettriche, maggiore impegno nella realizzazione di piste ciclabili e così via. Tuttavia, stando all’indagine, si tratta di un processo in divenire che non correrà velocissimo. Molte città sono ancora “insostenibili”: quali sono le ragioni?

RAPPORTO EUROMOBILITY SULLA MOBILITÀ SOSTENIBILE IN ITALIA

Dal rapporto si evince che la prima città italiana per mobilità sostenibile è Firenze. Il capoluogo toscano si è guadagnato il primato anche per la qualità dell’aria. A decretarlo l’analisi effettuata dalla famosa piattaforma di viaggio OMIO. Gli elementi presi in considerazione sono: il ventaglio di opzioni sharing mobility, la quantità di vetture elettriche e colonnine di ricarica presenti, nonché la gestione del traffico e la presenza di numerose piste ciclabili.

Tornando al Rapporto, presentato dal segretario nazionale di Euromobility, Valerio Piras, durante la ventunesima edizione della Conferenza Nazionale sul Mobility Management e la Mobilità Sostenibile, Milano, Torino, Parma e Bologna si guadagnano le quattro posizioni che seguono Firenze. Tuttavia, in riferimento ai numeri dedotti dal mercato delle auto, le città in cui si acquistano più veicoli elettrici sono anche quelle che contano un elevato livello di inquinamento. Uno dei paradossi che condiziona il settore e che apre a diverse riflessioni sugli equilibri da raggiungere per poter far coincidere aria pulita e mobilità green.

Un altro dato che fa riflettere riguarda la capitale: Roma si trova al quindicesimo posto. Ma non è tra le “insostenibili”. Le città che occupano gli ultimi posti della classifica sono: Catania, Campobasso e Siracusa. Ciò non fa che evidenziare il gap tra il Nord e il Sud della Penisola anche in materia di investimenti.

UN’OCCASIONE NEL PNRR

La risposta potrebbe essere nel PNRR, una grande opportunità. Ma le risorse dovranno essere gestite seguendo un progetto concreto, a lungo termine. Un piano che includa anche l’assunzione di personale e figure tecniche in grado di contribuire alla riduzione delle disuguaglianze. Serve compiere scelte coraggiose e rilanciare il Paese. La transizione ecologica deve disporre di una visione ampia e asset strategici. Un’occasione che non può e non deve essere sprecata.

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