L’AMBIENTE CHIAMA, I TELEFONI RISPONDONO

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29.04.2023

Per anni abbiamo sottovalutato i danni che l’ambiente sta subendo a causa dell’inquinamento. Adesso le grandi industrie stanno provando a correre ai ripari, fra queste anche quella relativa all’inquinamento degli smartphone.

“Se tutti in Europa tenessero il loro smartphone per un anno in più, entro il 2030 potremmo risparmiare una quantità tale di carbonio paragonabile all’eliminazione di un milione di automobili dalle strade”.

Penso che non potessimo trovare un’affermazione migliore per iniziare la scrittura di questo testo. Fa riflettere e pensare molto: per tanto tempo, stimolati anche dal marketing continuo delle case di produzione degli smartphone, abbiamo fatto a gara per cambiare ogni anno il telefono, e comprare l’ultimo modello appena uscito sul mercato, molto spesso solo per sfoggiarlo davanti ai nostri amici. 

L’inquinamento degli smartphone

Non ci rendevamo conto di quanto stessimo facendo male all’ambiente; quindi, a noi stessi e soprattutto alle generazioni future; ma come dice il proverbio “meglio tardi che mai”. 

Anche a causa della guerra in corso in Ucraina, che ha comportato una grave mancanza di materie prime, necessarie per la produzione dei beni materiali; ognuno di noi si è ritrovato a cambiare abitudini e finalmente a prenderci cura dell’ambiente. 

L’Unione Europea da tempo sta cercando di trovare soluzioni per ridurre l’impatto ambientale, soprattutto per gli strumenti di consumo che utilizziamo di più, durante il corso della giornata. 

Le risposte dell’Europa

Riguardo agli smartphone, a giugno 2022 i politici di Bruxelles avevano imposto l’obbligo a partire dal 2024 per tutti i costruttori di device, di utilizzare caricabatterie con uscita porta Usb-C, in modo tale da ridurne il consumo e la produzione. Solo questo provvedimento non era abbastanza, quindi hanno imposto alcune prerogative che i nuovi cellulari dovranno avere prima di essere messi sul mercato europeo. 

Per prima cosa gli smartphone dovranno avere 15 componenti, che per almeno cinque anni dalla loro introduzione sul mercato, dovranno mantenere. Le batterie avranno una durata minima di 500 cariche complete, senza danneggiarsi al di sotto dell’83% della loro capacità. I telefoni non potranno essere venduti, senza un’etichetta di efficienza energetica, oltre che di resistenza agli urti. L’obiettivo di tale misura così stringente è di aumentare la media di ricambio del telefono da parte del consumatore, da 2 a 5 anni. 

Se si raggiungesse tale risultato, l’Ufficio europeo per l’ambiente ha calcolato una stima di risparmio pari a 10 milioni di tonnellate di CO2.

I grandi marchi di telefonia si sono dovuti adattare alle nuove norme europee, e alcuni di loro hanno risposto brillantemente, progettando nuovi modelli ecosostenibili, di basso impatto ambientale. Un esempio su tutti, la casa finlandese Nokia, che dopo un periodo molto difficile, è determinata a tornare ai fasti di un tempo, sfidando i competitor proprio sul piano ambientale. 

Siamo ad un punto di svolta per la tecnologia, vedremo cosa ci riserverà il futuro. 

Lorenzo Bezzi, Giovane Avanti!

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