25 aprile. La nostra libertà

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25.04.2024

Un padre che scrive l’ultima lettera alla figlia, prima di essere fucilato. Perché Paolo Braccini era un partigiano delle brigate di Giustizia e Libertà, che all’indomani dell’8 settembre abbandona il suo lavoro di docente universitario a Torino, per lottare contro la tirannide nazifascista.

Oggi, giorno della Festa della Liberazione, vogliamo rendere omaggio a chi ha lottato per tutti noi, pubblicando questa lettera che potremmo definire anche un testamento ideale.

Lo facciamo con la consapevolezza che mai quel coraggio e quel sacrificio dovranno entrare nel cono d’ombra dell’oblio.

«Sarò fucilato all’alba per un ideale – scrive due giorni prima del 5 aprile ’44, quando fu fucilato – per una fede che tu, mia figlia, un giorno capirai appieno».

La nostra Costituzione repubblicana è nata dalla Resistenza, da quegli ideali e da quella fede che hanno animato tante persone, come Paolo Braccini, morte per la nostra libertà.

3 aprile 1944

Gianna, figlia mia adorata,

è la prima ed ultima lettera che ti scrivo e scrivo a te per prima, in queste ultime ore, perché so che seguito a vivere in te.

Sarò fucilato all’alba per un ideale, per una fede che tu, mia figlia, un giorno capirai appieno.

Non piangere mai per la mia mancanza, come io mai pianto io: il tuo Babbo non morirà mai. Egli ti guarderà, ti proteggerà ugualmente: ti vorrà sempre tutto l’infinito bene che ti vuole ora e che ti ha sempre voluto fin da quando ti sentì vivere nelle viscere di tua Madre. So di non morire, anche perché la tua Mamma sarà per te anche il tuo Babbo: quel tuo Babbo al quale vuoi tanto bene, quel tuo Babbo che vuoi tutto tuo, solo per te e del quale sei tanto gelosa. Riversa su tua Madre tutto il bene che vuoi a lui: ella ti vorrà anche tutto il mio bene, ti curerà anche per me, ti coprirà dei miei baci e delle mie tenerezze.

Sapessi quante cose vorrei dirti, ma mentre scrivo il mio pensiero corre, galoppa nel tempo futuro che per te sarà, deve essere felice. Ma non importa che io ti dica tutto ora, te lo dirò sempre, di volta in volta, con la bocca di tua Madre nel cui cuore entrerà la mia anima intera, quando lascerà il mio cuore.

Tua madre resti sempre per te al di sopra di tutto.

Vai sempre a fronte alta per la morte di tuo Padre.

Tuo Babbo

La lettera è tratta dal volume “Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana”, Einaudi edizioni.

 

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