Il turismo: Alla scoperta della bellezza e della ricchezza intorno a noi

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27.09.2022

Oggi, 27 Settembre 2022, si celebra la 43esima edizione della giornata mondiale del turismo, una ricorrenza promossa dall’ONU per la prima volta nel 1980, e che vuole soffermarsi sull’importanza del turismo come motore che alimenta l’economia e il PIL delle nazioni, e come fenomeno culturale che porta l’uomo a scoprire luoghi poco conosciuti, all’insegna della ricerca del bello e dell’attraente per i nostri occhi e il nostro cuore.

Nonostante ormai abbia assunto una dimensione globale, diventando un must per tutti, da inguaribili avventurieri solitari a famiglie numerose, il turismo è tuttavia un fenomeno millenario, affonda le sue radici nell’antichità, ma trova le sue prime rappresentazioni concrete nel Medioevo.

La prima forma di turismo ebbe essenzialmente matrice religiosa.

Nel mondo medioevale, ancora molto arretrato, poco conosciuto, in cui le distanze irrisorie sembravano viaggi interminabili, iniziano i primi fenomeni di pellegrinaggio, che muovevano ogni anno decine di fedeli verso le località più conosciute dell’epoca, ovvero i santuari, le sedi religiose e i luoghi sacri.

L’Italia già allora era una delle mete privilegiate ed esistevano già allora grandi arterie di comunicazione che permettevano di raggiungere i principali luoghi sacri del tempo: una delle più conosciute è la Via Francigena, un lunghissimo itinerario, che collegava la città di Canterbury (in Inghilterra) a Roma, attraversando a sua volta numerose località di culto di primo piano in Europa, come Reims, Besançon, San Gimignano e Siena.

Un altro itinerario che ancora oggi risente della popolarità avuta in passato è Santiago de Compostela, la famosa città galiziana, che ospita, nel suo santuario principale, le spoglie mortali di San Giacomo, uno degli apostoli di Gesù. Ancora oggi moltissimi credenti, o semplici appassionati, percorrono questo cammino, che ha origine nella parte francese della comunità dei Paesi Baschi, e che costeggia il litorale spagnolo del Golfo di Biscaglia, terminando il suo percorso quasi 600 km più ad ovest, all’estremità nord-occidentale della penisola iberica.

Il pellegrinaggio via terra era la principale occasione per raggiungere e visitare i luoghi più conosciuti del tempo, ma si trattava essenzialmente di un lusso per pochi, destinato ai monarchi del tempo, alle famiglie abbienti e alle autorità religiose.

Il turismo marittimo era ancora in fase embrionale, dal momento che le navi del tempo erano progettate principalmente per il trasporto di merci dall’Europa ai mercati del medio ed estremo oriente.

Il viaggio di Marco Polo, iniziato nel 1271, è stato il primo esempio di turismo su scala globale

Fu un viaggio lunghissimo e avventuroso che portò il giovane mercante veneziano e la sua famiglia, a conoscere un mondo lontanissimo e sconosciuto all’epoca, ovvero la Cina, allora governata dal gran Khan dei Mongoli, Kubilay, di cui il padre e lo zio del giovane Marco Polo erano diventati ambasciatori.

La Cina del XIII° secolo era un ricco e fiorente impero, con un traffico commerciale esteso su buona parte del mondo allora conosciuto. Una delle principali arterie commerciali che collegavano l’estremo Oriente all’Europa, era la celebre via della Seta, un itinerario sconfinato, che partiva da Xi’an, nel nord della Cina, per arrivare fino alle coste orientali del Mediterraneo, attraversando il Tibet, il Deserto del Gobi, il Caucaso e la Mesopotamia. La punta di diamante del ricchissimo traffico commerciale che partiva dalla Cina, oltre alle spezie, era proprio la seta, un tessuto morbido e leggero, conosciuto già nell’antichità ed apprezzato per la qualità del prodotto e la raffinatezza della lavorazione artigianale, effettuata a partire dalla filatura e dalla tessitura dei bozzoli dei bachi da seta.

La stessa via della Seta era un percorso che attraversava località di culto, come il santuario delle grotte di Mogao (o dei Mille Buddha) e città mercantili del medio ed estremo oriente, come Kashgar, Samarcanda e Baghdad, che fungevano da luoghi di soggiorno, scambio e compravendita di merci, e che costituivano il punto di partenza di altri itinerari commerciali verso la Mesopotamia, l’India e la Persia.

Alcuni secoli più tardi iniziò l’era delle grandi esplorazioni via mare, promosse dalle monarchie europee con l’intento di estendere i propri possedimenti sul maggior numero possibile di territori, o per aprire nuove rotte commerciali.

Il Portogallo fu, insieme alla Spagna, il paese principale nella corsa al nuovo mondo e nella promozione di nuove rotte commerciali al di fuori del Mediterraneo, considerato fino ad allora il bacino d’utenza principale del traffico marittimo.

Il viaggio di Cristoforo Colombo nel 1492 aprì per la prima volta all’Europa, le porte del Nuovo Mondo, le Americhe, che portarono in dote generi alimentari allora sconosciuti, come i pomodori, le patate, la papaya, il caffè o il cioccolato; il viaggio dell’ammiraglio genovese diede però parallelamente inizio ad una sete sempre maggiore di conquista da parte degli Europei, che sterminarono le popolazioni indigene locali, avviando fenomeni di deportazione che culminarono nell’inizio del fenomeno dello schiavismo.

Altri grandi navigatori contribuirono a scoprire nuovi mondi allora inesplorati, nel corso dei secoli successivi, come Vasco da Gama, primo esploratore europeo a doppiare il Capo di Buona Speranza, Ferdinando Magellano, autore della prima circumnavigazione globale tra il 1519 e il 1521, Francis Drake, ammiraglio e comandante della flotta navale inglese sotto il regno di Elisabetta I, e James Cook, esploratore e ammiraglio britannico che, nel ‘700 scoprì per la prima volta il Continente oceaniano.

Sul finire del Settecento, in concomitanza con l’inizio del Romanticismo, iniziò un nuovo modo di concepire il turismo. I viaggi erano diventati l’emblema della libertà di pensiero, del fascino dell’ignoto e della sete di conoscenza. Furono gli anni del Grand Tour, un fenomeno turistico che portò moltissimi intellettuali del tempo, come George Gordon Byron o Wolfgang Goethe a scoprire moltissime località del Mediterraneo, principalmente nella penisola italiana. Il celebre scrittore tedesco, nella sua opera “Viaggio in Italia” (Italienische Reise), raccontò le bellezze artistiche e storiche del nostro paese, in una sorta di viaggio redentore, che contribuì ad appassionarlo alla storia alla scienza e alla natura e a mutare la sua filosofia di pensiero verso una mentalità incline all’amore per la conoscenza.

Nel corso dell’ultimo secolo, il turismo si è rapidamente evoluto e ha cambiato i suoi connotati, trasformandosi, da lusso per pochi abbienti, a fenomeno di massa, soprattutto nei mesi estivi, con grandi esodi verso le località marittime, montane o artistiche più apprezzate in Italia, in Europa e nel Mondo.

Oggi il turismo è un fenomeno di importanza globale ed è, soprattutto per il nostro paese, una delle fonti più ampie di guadagno per il sostentamento del PIL nazionale. Il nostro paese è stato culla di civiltà ed è oggi patria di opere artistiche e architettoniche inestimabili.

Di fronte alla crisi economica di cui il mondo e l’Italia hanno risentito nel post-Covid, il turismo si è confermato come la principale occasione di rilancio per l’economia interna, e rappresenta quasi un terzo del PIL italiano.

Il PNRR approvato dall’ex Governo Draghi ha infatti finanziato un ammontare di quasi 46 miliardi di euro per il rilancio del turismo, puntando sulla riqualificazione delle aree ad interesse storico-artistico e naturalistico, alla costruzione e al miglioramento delle infrastrutture di trasporto e delle strutture ricettive e all’apertura e al sostegno economico per gli imprenditori del terziario, in particolare nel settore alberghiero.

Per il turismo sono necessarie infrastrutture ed arterie di comunicazioni efficienti, che in Italia sono però distribuite in maniera non omogenea sul territorio, con molte località isolate dai principali circuiti turistici, specialmente quelle minori del Sud Italia, che molto spesso traggono il proprio sostentamento dall’affluenza dei visitatori.

Di fronte al necessario processo di adeguamento strutturale e potenziamento dei trasporti, bisogna anche considerare la crescente attenzione verso le politiche ambientali, e alla tutela del territorio, che spingono verso un’etica del turismo orientato alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente, promuovendo il fenomeno del turismo di prossimità, che punta alla riscoperta di luoghi e territori di interesse storico, artistico e naturalistico nei pressi della propria residenza.

Altro elemento di primaria importanza sono le strutture ricettive ed alberghiere, che hanno risentito particolarmente delle limitazioni per contrastare l’avanzata della pandemia da Covid-19, ma sono l’elemento che rende oggettiva e quantificabile la gradevolezza del soggiorno, se dotato di tutti i confort e le comodità per una vacanza piacevole.

Il turismo è un mondo dalle mille sfaccettature, così complesso e così attraente, soprattutto per la voglia di viaggiare e di scoprire l’ignoto, che è una caratteristica innata della nostra specie.

La 43° giornata mondiale del turismo sarà una grande occasione per riflettere sull’importanza culturale, economica e sociale che questo fenomeno di massa costituisce nel mondo attuale, col desiderio di partire subito verso tante altre destinazioni e di ammirare ciò che il nostro bellissimo pianeta ci offre!

Stefano Maggio

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