Più smart working e tecnologia nelle scuole: la Gen Z si esprime
14.05.2023
Che la concezione del lavoro, soprattutto dopo la pandemia e nelle nuove generazioni, sia cambiata non è un mistero. Più flessibilità e possibilità di smart working, ma anche tanta digitalizzazione: queste sono le richieste della Generazione Z emerse da uno studio di Dell Technologies.
Lo studio
Come detto, la famosa azienda tech Dell ha condotto, in collaborazione con la società di ricerche Savanta ComRes, uno studio intitolato “’Future-proof’”, in cui ha intervistato migliaia di adulti tra i 18 e i 26 anni in quindici diversi Paesi del mondo sulle strategie di ripresa sociale ed economica. Tra gli aspetti più importanti dello studio indubbiamente troviamo quello inerente al mercato del lavoro e all’ingresso in quest’ultimo.
Lo smart working condiziona la ricerca di lavoro
Addirittura, il 63% degli intervistati cita lo smart working come un elemento condizionante della scelta del posto di lavoro, nonostante i lavoratori che attualmente godono di questa flessibilità siano in calo di 500mila unità nel 2022 rispetto all’anno precedente – condizionato fortemente dalla pandemia, n.d.r. – con 3,6 milioni di lavoratori da remoto.
In un contesto socioeconomico di ripartenza, in cui la già accelerata velocità di vita va aumentando – quasi come se dovessimo recuperare il tempo passato nel periodo pandemico – la flessibilità assume un valore straordinario nel mondo del lavoro. Avere la possibilità di lavorare da remoto appare quindi un elemento quasi imprescindibile per le nuove generazioni.
Formazione digitale nelle scuole
Altro aspetto da non sottovalutare è l’insoddisfazione della Gen Z per la formazione digitale impartitegli durante il ciclo di scolastico, formazione che diventa sempre più essenziale nell’era della digitalizzazione.
Un intervistato su due (il 50% esatto) non sente di aver ricevuto un’adeguata preparazione dal punto di vista delle competenze tecnologiche. Sempre 1 giovane su 2 in Italia dichiara di aver appreso solo competenze informatiche di base, mentre circa il 14% ritiene di non aver ricevuto alcuna istruzione in ambito tecnologico e digitale. Dei dati che vanno a confermare il trend anacronistico della scuola italiana, che dovrebbe al contrario essere centrale per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro o per un efficace orientamento post-diploma, quindi università o ITS, per i quali le competenze digitali sono ancora più importanti.
I dati parlano chiaro: le nuove generazioni chiedono una flessibilità che si adatti al mondo di oggi e più tecnologia fin dal periodo scolastico: non chiedono altro se non di stare al loro passo, per un domani all’altezza dei tempi.
Riccardo Imperiosi, Direttore Giovane Avanti!
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