Rientro in classe 2022: per la scuola servono misure che ancora non ci sono

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04.09.2022

Si ricomincia, totalmente in presenza e senza mascherine. Non ci sarà la didattica a distanza né quarantene di classe. Tutto chiaro? Neanche per sogno, perché l’anno scolastico 2022-23 si apre, ancora una volta, pieno di preoccupazioni e soprattutto di misure sospese.

Andiamo con ordine. Il ministero dell’Istruzione ha recentemente diffuso un vademecum per il nuovo anno. Uniformi per tutte le scuole, di ogni ordine e grado, le nuove regole sanitarie consentiranno alle alunne e agli alunni di tornare in classe senza restrizioni, ma solo con alcune direttive da tenere sotto controllo per evitare situazioni di rischio.

RIENTRO A SCUOLA 2022: LE NUOVE REGOLE

È il vademecum pubblicato dal Miur la fonte più rapida per analizzare le regole sanitarie relative al nuovo anno scolastico. Quali sono? Partiamo con le mascherine, non più obbligatorie come detto, ma consigliate alle persone con problemi sanitari e fornite, su questo non si cambia, direttamente dai singoli istituti.

Non ci sarà più la misurazione della temperatura all’ingresso e in caso di sintomi riconducibili al Covid-19, gli alunni dovranno isolarsi. Il vademecum impone inoltre di rimanere a casa in caso di febbre, dai 37.5 gradi in su. In caso di contagio da Coronavirus, per rientrare a scuola sarà necessario un test antigenico rapido o molecolare con esito negativo, mentre non sono previsti interventi speciali in caso di contatti con persone positive.

Capitolo sanificazione: verrà effettuata periodicamente in tutti i locali scolastici, e a questa si aggiungerà una sanificazione “straordinaria e tempestiva” in presenza di uno o più casi di contagio confermati.

Il ministero infine si riserva di implementare ulteriori misure sanitarie, in caso di forte aumento dei contagi.

ANNO SCOLASTICO 2022-23: CHE COSA NON FUNZIONA?

La pubblicazione del vademecum e della circolare relativi all’avvio dell’anno scolastico 2022 hanno suscitato molte polemiche. Sul tema si sono espressi politica, media, sindacati e addetti ai lavori. E l’impressione comune è che la scuola riparta sì, ma senza regole chiare.

Ad oggi non ci sono riferimenti al distanziamento e il problema delle classi sovraffollate e degli spazi esigui sembra lontano da una risoluzione. Non solo. La questione dei lavoratori fragili è tuttora irrisolta e si registra l’assenza di tracciamento dei contagi.

Le faccende aperte non finiscono qui. I referenti Covid si apprestano a vivere un altro anno con compiti inusitati e soprattutto impropri. Non c’è traccia di interventi tecnici per il ricambio d’aria e la ventilazione degli ambienti e non si prevede incremento dell’organico del personale. A coronamento di tutto ciò le graduatorie provinciali sulle supplenze risultano essere piene di errori e questo determinerà il “balletto dei supplenti”.

DOPO LA PANDEMIA LA CRISI ENERGETICA. LA DAD IL SABATO NON PUO’ ESSERE LA RISPOSTA

La circolare emanata dal ministero è una non-circolare – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola Giuseppe D’Aprile -. In sostanza, valgono le misure suggerite dall’Istituto Superiore di Sanità. Con il Miur non abbiamo sottoscritto un protocollo sicurezza, non è stato attuato un finanziamento per l’areazione degli spazi e i problemi della scuola restano gli stessi ormai da due anni”.

Il tutto è poi aggravato dall’aumento del costo della vita e dal caro prezzi che influisce inevitabilmente sui bilanci delle amministrazioni pubbliche e sulle decisioni delle famiglie. Su questo punto, ha suscitato molto clamore la proposta di tenere in DaD gli studenti il sabato per provare a risparmiare: “La DaD rappresenta per noi un tipo di didattica emergenziale e quindi solo legata all’emergenza Covid – ha sottolineato D’Aprile -. Utilizzarla per ridurre un giorno di lezione per risparmiare sul caro gas mi sembra pura follia se pensiamo che le linee guida inviate alle scuole, in caso di emergenza pandemica, prevedono solo ed esclusivamente di aprire le finestre magari con i termosifoni accesi. La scuola è una cosa seria e risparmiare su di essa significa non investire sul futuro di questo paese”.

Che dire? Si riparte, ma con occhi attenti. La preoccupazione riguarda, ancora una volta, il peso del Covid, sull’intero sistema nazionale di istruzione, su studenti, famiglie e personale della scuola, che si apprestano a vivere un altro anno scolastico con la preoccupazione di dover gestire giorno per giorno la pandemia a mani nude e senza alcun supporto da parte delle istituzioni, come purtroppo avviene da oltre due anni.

UIL SCUOLA

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