Rapporto Ambiente SNPA. Progressi Nazionali e Regionali, ma c’è ancora tanto lavoro da fare

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07.04.2024

Lo scorso mese, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri a Roma, si è svolta la presentazione del Rapporto Ambiente SNPA. Il rapporto è stato elaborato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) e fornisce una dettagliata analisi dello stato ambientale in Italia.

Utilizzando come base dati gli indicatori ambientali dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), il documento esamina le situazioni regionali attraverso l’analisi di 21 indicatori. Questi indicatori mettono in luce le principali tendenze riguardanti le questioni ambientali più rilevanti.

Il Rapporto ambientale evidenzia che, nonostante siano stati compiuti progressi sia a livello nazionale che regionale, è necessario intensificare gli sforzi per migliorare o mantenere le condizioni ambientali attuali. Il cambiamento climatico è in corso, visto l’aumento delle temperature, le variazioni nei modelli di precipitazioni e scioglimento dei ghiacci. Malgrado gli sforzi globali per ridurre le emissioni, nel 2022 l’Italia ha registrato l’anno più caldo dalla serie storica iniziata nel 1961, con un significativo aumento della temperatura media.

Le emissioni di gas serra prodotte dall’Italia sono diminuite nel corso degli ultimi trent’anni, ma nel 2021 hanno subito un aumento significativo rispetto all’anno precedente.

Gli indicatori del rapporto

I principali indicatori del rapporto includono:

  • l’utilizzo delle energie rinnovabili, che ha registrato un aumento significativo fino al 2020, superando gli obiettivi europei, ma ha subito un leggero calo nel 2021;
  • l’agricoltura biologica, che mostra una tendenza positiva, con un aumento della superficie agricola utilizzata dedicata a questo settore;
  • la raccolta differenziata, che è in crescita, raggiungendo il 65% nel 2022, con l’organico come frazione prevalente;
  • lo smaltimento dei rifiuti in discarica, diminuito notevolmente, anche se è necessario accelerare il miglioramento per raggiungere gli obiettivi europei;
  • la qualità dell’aria, in particolare per il PM2,5, che mostra una decrescita, ma supera ancora i limiti dell’OMS;
  • i controlli degli impianti produttivi da parte del SNPA, che sono aumentati, indicando una maggiore vigilanza;
  • l’adattamento ai cambiamenti climatici, che richiede ulteriori strategie, sebbene siano stati approvati alcuni piani nel 2021;
  • la produzione di rifiuti urbani, diminuita nel 2022, così come il consumo pro-capite;
  • il rumore, che rimane un problema, con il 42,7% delle sorgenti che supera i limiti normativi;
  • la copertura delle aree protette terrestri e marine, che mostra un aumento, ma sono necessari ulteriori sforzi per raggiungere gli obiettivi fissati;
  • le emissioni di gas serra, diminuite nel corso degli anni, sebbene resti necessario intensificare gli sforzi per raggiungere gli obiettivi futuri;
  • il consumo di suolo, anch’esso aumentato in maniera preoccupante;
  • infine, la qualità delle acque superficiali e sotterranee, che è migliorata, ma rispetto alla quale ancora una percentuale significativa è classificata come scarsa.

Complessivamente, il documento indica la necessità di ulteriori azioni per affrontare le sfide ambientali e raggiungere gli obiettivi fissati, sottolineando l’importanza di un impegno continuo e costante.

Ma il Governo non si preoccupa dell’ambiente

In sintesi, i dati del Rapporto Ambiente sono fondamentali per valutare il nostro progresso verso gli obiettivi ambientali. Tuttavia, confrontando questi dati con le leggi e le proposte normative, notiamo un calo nell’attenzione del Governo verso temi cruciali come l’ambiente, la sostenibilità e il cambiamento climatico, che, come UIL, non possiamo non constatare.

Come già dichiarato in altre sedi, infatti, desta numerosi dubbi sia il merito dei singoli provvedimenti, (pensiamo alla revisione del PNRR, nel quale vengono sottratti oltre 1 miliardo di euro al contrasto il dissesto idrogeologico e ulteriori 1.3 miliardi per l’idrogeno verde), che il metodo seguito nell’elaborazione degli stessi. Quanto a quest’ultimo, nello specifico, non si può non annotare la mancanza di un vero confronto preventivo con il Sindacato, fatta eccezione per brevi incontri preliminari, in cui non è stata realmente fornita alle OO.SS. coinvolte la possibilità di approfondire le singole strategie e le azioni previste dal Governo.

Obiettivo: neutralità climatica

Non dobbiamo dimenticare che il traguardo ultimo che siamo chiamati a conseguire è quello della neutralità climatica entro il 2050, come indicato dalla Legge europea sul Clima. Però, per contrastare davvero la crisi in atto, accelerare la transizione ecologica e raggiungere i livelli di decarbonizzazione richiesti dall’Europa, occorre agire concretamente – e non porre freni – al fine di rimuovere gli ostacoli per lo sviluppo delle rinnovabili, snellendo realmente le procedure di autorizzazione e promulgando norme condivise e chiare, che tutelino soprattutto occupazione e competenze, fattori troppo spesso dimenticati in favore di un ambientalismo prevalentemente “ideologico”.

Permane, poi, una disattenzione da parte del Governo sulla questione delle competenze delle lavoratrici e dei lavoratori e sullo sviluppo delle cosiddette digital skills. Così come, ad oggi, restano assenti validi strumenti e processi di qualificazione e riqualificazione professionale che siano in grado di governare un mercato del lavoro in continua trasformazione.

Per questi motivi, la UIL continua a rivendicare il diritto ad essere coinvolta nelle decisioni strategiche per il Paese. Il nostro sindacato, quindi, torna a domandare l’avvio di un reale dialogo sul merito delle questioni con il Governo e con tutti gli stakeholder sia sulla rimodulazione dei progetti, sia sulle modifiche degli obiettivi per il prossimo futuro. Perché l’Ambiente, la Giusta Transizione e la sua reale attuazione, non costituiscono argomenti relegabili solo al mero dibattito politico, ma sono tematiche di prioritaria importanza, la cui discussione appartiene all’Italia, alle lavoratrici e ai lavoratori e ai cittadini tutti, affinché si possa ridisegnare insieme un Paese diverso: più verde, giusto ed equo. Al fine di ridurre le disuguaglianze sociali e i divari territoriali, generazionali e di genere, realizzando un’occupazione di qualità per tutti.

Dipartimento Ambiente UIL

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