Persone anziane, non lasciamole sole.

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29.02.2024

Prosegue L’iter del decreto legislativo in favore delle persone anziane, ora in esame presso le Commissioni Affari sociali di Camera e Senato. Nato con gli ambiziosi obiettivi dell’invecchiamento attivo, la prevenzione della fragilità e la cura delle persone anziane, presenta ancora palesi criticità. Innanzitutto, nel testo si ripetono numerosi rinvii a successivi decreti interministeriali, senza previsioni di concreti piani operativi. Mancano anche dei riferimenti a finanziamenti aggiuntivi, vincolando la realizzazione di questo importante provvedimento di civiltà a fondi già esistenti e, purtroppo, non inadeguati.

Limiti economici e burocratici.

Le carenze sul versante economico sono aggravante dalle iniquità di natura burocratica. Ad esempio, è prevista una differenziazione d’età nell’accesso ai servizi. Questo farebbe sì che persone nello stesso stato di bisogno, non potranno godere delle stesse prestazioni, solo per un discrimine anagrafico. Emergono gravi lacune anche nello sviluppo della telemedicina. Infatti, diagnosi e terapie a distanza, oggi possibili grazie al processo tecnologico, sono condizionate dalla sfida della connessione, della formazione e dell’assunzione di personale sufficiente e specializzato. Sfida ancora tutta da vincere e complicata, di nuovo, da iniqui cavilli burocratici che rendono accessibile la fase sperimentale solo alle persone ultra80enni.

Per di più, quando le parole d’ordine dovrebbero essere potenziare e incrementare, il decreto finisce per ridimensionare il l’integrazione sanitaria e sociale dei servizi a sostegno delle persone anziane. Stessa cosa accade per l’integrazione sociosanitaria domiciliare che rimane poco vincolante nei rapporti organizzativi e finanziari tra ATS e Distretti sanitari, in stretto raccordo anche con la rete ospedaliera.

Il delicato tema dell’attuazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni resta irrisolto, con gli ennesimi rinvii a decreti successivi. Totalmente assente, invece, ogni riferimento di integrazione con i LEA, prevedendo solo una generica migliore armonizzazione tra il sistema sanitario e le altre forme di servizi. Nessuna novità anche sul progetto delle Case di Comunità, citate nelle indicazioni della missione 6 -salute del PNRR e sul sistema di assistenza residenziale e semiresidenziale.

La prestazione universale aggiuntiva e i caregiver

Nella sperimentazione di una Prestazione Universale aggiuntiva all’indennità di accompagnamento, poi, preoccupano vari aspetti. Tra questi, si segnalano la selettività della platea dei beneficiari, il limite del tetto della spesa o quello della durata di erogazione del beneficio. Non convince ugualmente la ricognizione delle agevolazioni fiscali che risulterebbe riduttiva e non sufficiente a garantire la piena domiciliarità delle cure e dell’assistenza. È inadeguato anche il riconoscimento finanziario previsto per il ruolo dei caregiver dalla legge delega n. 33 del 2023. Allo stesso modo, non è condivisibile l’apertura ad equipe private nei Punti Unici di Accesso (PUA) per la valutazione multidimensionale e l’individuazione dei bisogni assistenziali. Non si interviene neanche sul sistema residenziale e semiresidenziale rinviando la materia a un successivo riordino normativo operativo e di accreditamento

Punti di forza

Ci sono però degli spiragli di speranza per un decreto legislativo effettivamente a sostegno delle persone anziane. Ad esempio, è apprezzabile l’attenzione al tema dell’esclusione digitale che però va meglio declinata, sciogliendo il nodo generale dell’effettiva inclusività del processo di trasformazione tecnologica. Fanno ben sperare anche le misure sull’impegno delle persone anziane in attività di utilità sociale e di volontariato. Tuttavia, bisogna superare l’esclusione dalle forme di partecipazione attiva nei progetti di protezione civile per gli anziani attivi. Altre note positive sono il riferimento al Cohousing, da associare a un nuovo modello di abitare, e le azioni per l’integenerazionalità, sia in ambito sia lavorativo che formativo.

Una società civile è tale quando sa prendersi cura dei più fragili, senza lasciare nessuno indietro. I fondi PNRR e le nuove frontiere della telemedicina sono la grande occasione per colmare ogni forma di disuguaglianza e lacuna sociale. Giovani o anziani, salute e dignità devono essere per tutti e tutte.

Servizio Politiche Sociali, Welfare, Sanità, Mezzogiorno e Immigrazione UIL

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