Le sfide del sistema pensionistico e i silenzi del Governo nel Def
19.04.2024
L’anno in corso si presenta come un periodo carico di sfide senza precedenti, tra cui spicca nuovamente il rinvio della questione della riforma delle pensioni.
Ci troviamo, infatti, di fronte a scadenze cruciali nel panorama pensionistico italiano: la Quota 103, l’Opzione Donna e l’Ape sociale, seppur penalizzati già dal calcolo contributivo e da requisiti anagrafici più alti, sono destinati a esaurirsi entro il 31 dicembre 2024. Questo dimostra l’urgente necessità di una revisione complessiva del sistema. Questa deve focalizzarsi sui meccanismi di transizione, sulla flessibilità in uscita e sulla salvaguardia dei diritti dei futuri pensionati.
Se il quadro normativo attuale rimarrà invariato, ci ritroveremo nuovamente a subire misure estreme, quali ulteriori tagli alle pensioni e all’adeguamento all’inflazione, misure che colpiranno direttamente i redditi di pensionati e pensionate. È inoltre fondamentale considerare che il quadro di finanza pubblica presentato dal DEF complica ulteriormente la possibilità di liberare risorse finanziarie sufficienti per un adeguato intervento sulle pensioni. Questa situazione pone un interrogativo urgente sulla sostenibilità a lungo termine del sistema pensionistico nazionale.
Ci aspettavamo che l’approvazione del Documento di Economia e Finanza (DEF) svelasse le mosse finanziarie del Governo per l’anno 2025. Tuttavia, il documento, piuttosto sintetico, offre solamente una panoramica generale senza definire obiettivi concreti, i quali appaiono ardui da realizzare in un contesto di scarsa disponibilità di risorse. Queste ultime sono al centro di riflessioni nei ministeri, che stanno valutando come attuarle, con l’ombra sempre più minacciosa di possibili tagli alla spesa. In questo scenario, il capitolo della previdenza sembra essere stato completamente rimosso dall’agenda governativa.
I dati
- Nel 2023, secondo la relazione sull’attività dell’INPS, la spesa per le pensioni è salita a 269,6 miliardi di euro, registrando un aumento del 6,34% rispetto all’anno precedente. Inoltre, per le prestazioni istituzionali complessive sono stati erogati 317 miliardi di euro, segnando un incremento di 20,5 miliardi rispetto al 2022.
Questi dati indicano che la spesa per le pensioni INPS aumenta più rapidamente dei contributi raccolti, che annualmente si rivelano inadeguati per sostenerla. Pertanto, lo Stato è costretto ad intervenire dal lato fiscale, e ciò porta anche a un taglio delle risorse destinate ad altri settori vitali quali sanità, educazione, assistenza sociale e infrastrutture.
- Le prestazioni temporanee (bonus, Naspi, Assegno Unico, ecc.) ammontano a 38,6 miliardi nel 2023, con un aumento di 3,5 miliardi rispetto al 2022, il 10,16% in più.
- Per l’Assegno unico l’aumento è del 38 rispetto al 2022;
- per la Naspi è del 12% rispetto al 2022.
In valori assoluti, la spesa pensionistica si è attestata a 297 miliardi e 317 miliardi nel biennio scorso, mentre nei prossimi due anni arriverà rispettivamente a 350 miliardi e 361 miliardi. Si tratta del valore più alto, in rapporto al pil, del quinquennio che va dal 2022 al 2026.
Le prestazioni di natura assistenziale si configurano invece come veri e propri interventi dello “Stato sociale”, volti a tutelare i cittadini in particolari momenti di difficoltà della loro vita lavorativa, economica e/o familiare.
Nel 2022 sono state erogate a circa 16 milioni di pensionati un totale di 22.772.797 prestazioni.
17.710.006 rientrano nella tipologia IVS – gestioni INPS del settore privato, gestioni INPS dipendenti pubblici, Casse Professionali e pensioni complementari;
4.420.837 sono invece pensioni assistenziali INPS:
- 3.475.822 assegni di invalidità civile;
- 833.279 tra pensioni e assegni sociali;
- 111.736 pensioni dirette e indirette di guerra del Ministero dell’Economia;
- 641.161 prestazioni indennitarie dell’INAIL.
Il Governo riapra subito il tavolo sulle pensioni
Per noi della UIL, le pensioni restano un tema centrale. Chiediamo l’immediata riapertura del tavolo sulla previdenza per trovare soluzioni che consentano una maggiore flessibilità nel ritiro delle pensioni e che offrano garanzie concrete ai giovani lavoratori. È essenziale che il sistema previdenziale governi le sfide mutevoli del mercato del lavoro e della demografia, assicurando al contempo la sua sostenibilità futura.
Dobbiamo sviluppare misure che rispettino le esigenze dei lavoratori anziani pronti a ritirarsi e che affrontino le incertezze economiche che gravano sui giovani oggi. Sosteniamo che un confronto continuo e aperto sia vitale per costruire un sistema pensionistico equo e robusto, capace di tutelare tutti i cittadini.
Dipartimento di Politiche economiche, fiscali e previdenziali
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