NON SAPPIAMO NULLA DEGLI ULTIMI 50 ANNI DI STORIA (RIFORMA DEI PROGRAMMI)

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17.01.2023

Quando parliamo di scuola italiana purtroppo va rilevato che i programmi scolastici, in particolar modo quelli di storia, sono i programmi che restano senza ‘una conclusione’. Spesso l’anno scolastico finisce prima che il docente riesca a coprire anche il programma di storia contemporanea.

Capita spesso, è quasi all’ordine del giorno che gli studenti italiani del liceo, giunti all’ultimo anno, si trovino ‘indietro’ e non riescano a studiare e quindi approfondire quella parte di programma che rappresenta gli ultimi 50-60 anni di storia sia italiana che internazionale.

Solitamente con il programma di storia si riesce ad arrivare alla Seconda Guerra Mondiale. Un programma che “ferma il tempo” al 1945. Nel frattempo il mondo ha vissuto almeno 70 anni di eventi.

Studenti che si trovano di fronte ad un programma immenso, ma in Italia spesso sappiamo tutto della preistoria, degli egizi (senza nulla togliere alla civiltà egizia), ma ci troviamo privi dello studio di tutto ciò che accadde dal 1945 in poi.

Manca lo studio della storia d’Italia degli anni ‘60-‘70-‘80. Generazioni che spesso non conoscono i principali eventi del periodo della Guerra Fredda, gli Anni di Piombo, il rapimento di Moro che hanno sconvolto l’Italia, il crollo del Muro di Berlino, ma anche la storia più recente dell’ultimo trentennio tra Tangentopoli e le stragi di mafia che hanno insanguinato il Paese.

Spesso manca nella scuola italiana quel percorso che consente agli studenti di unire i principali eventi che hanno caratterizzato l’Italia, l’Europa e il mondo.

Certo è importante sia la storia del Duecento e del Trecento in Italia, ma la scuola italiana deve trovare la forza e il coraggio di affrontare e spiegare questa parte della nostra storia contemporanea sulla quale vertono ancora molti punti interrogativi a cui dare risposte.

Va rilevato che è cambiata anche la soglia di attenzione dei nostri ragazzi, è cambiato il modo di rapportarsi con la realtà e con il mondo scolastico. Gli studenti vivono perennemente collegati alla Rete con la possibilità di ricercare e studiare anche gli eventi della storia moderna contemporanea. Certo possono farlo da soli, ma così viene meno quello che è il compito della scuola: formare le nuove generazioni. Far si che gli studenti sviluppino un senso critico in ciò che studiano e leggono e sappiano essere “pronti” è fondamentale che abbiano una guida e solo i docenti possono essere quel ‘collegamento’.

Giulia Cavallari-Giovane Avanti!

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