Da Bologna CGIL, CISL, UIL, insieme per il paese reale

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È iniziata oggi a Bologna la mobilitazione unitaria di CGIL, CISL e UIL.

In una splendida piazza Maggiore, oltre diecimila lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati hanno fatto sventolare le bandiere del sindacalismo confederale, chiedendo a gran voce una nuova stagione del lavoro e dei diritti. Perché l’Italia oggi è un Paese troppo disuguale e precario; in cui si investe troppo poco e male in settori fondamentali per la nostra vita, come la sanità pubblica; dove i giovani vivono un’esistenza sempre più complicata; gli anziani, una vita sempre più difficile e grama.

Prima dell’inizio degli interventi, anche il Sindacato, con un doveroso minuto di raccoglimento, si è voluto unire al dolore di chi nei giorni scorsi in Emilia-Romagna ha perso i propri cari o ha subito danni ingenti a causa del maltempo.

L’intervento del Segretario Generale UIL Pierpaolo Bombardieri

Il primo a prendere la parola è stato Pierpaolo Bombardieri, Segretario Generale della UIL.

L’intervento di Bombardieri non ha fatto sconti a nessuno ed ha subito voluto sgombrare il campo da alcune strumentalizzazioni che circolano in questo periodo, e secondo le quali la mobilitazione unitaria sarebbe una sorta di preludio ad uno sciopero contro il “decreto lavoro”, emanato i questi giorni dal Governo.

Nulla di più falso e per giunta tendenzioso, perché le ragioni della protesta – ha sottolineato il Segretario generale della UIL – nascono da molto più lontano e dal mancato ascolto da parte dei governi succedutesi in questi ultimi anni delle proposte del Sindacato, nonché della cecità verso i bisogni delle persone più fragili. Quelle che la UIL, insieme alle altre confederazioni, intende rappresentare; quelle che scendono in piazza perché non ce la fanno più ad arrivare a fine mese.

È da due anni che il Sindacato parla del problema di un fisco iniquo per lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati; e pur giudicando positivamente l’ultimo intervento del Governo in tema di cuneo contributivo, esprime tutte le sue preoccupazioni per la temporaneità della manovra.

Sono anni – ha continuato Bombardieri – che ci si batte per l’applicazione di una tassa sugli extraprofitti in quei settori (come banche e Big Pharma) che hanno visto aumentare i loro introiti in maniera vertiginosa. Ma risposte serie da parte degli esecutivi non sono arrivate.

Stop alla precarizzazione del lavoro

Come evidente è la continua precarizzazione del mercato del lavoro. Qui, Bombardieri cita i dati del Ministero che rilevano come tra il 2019 e il 2022 i contratti attivati sono stati 1 milione e ottocentomila a tempo indeterminato; otto milioni e mezzo sono stati invece quelli a tempo determinato; 413mila sono stati in contratti di apprendistato; 360mila le collaborazioni.

Numeri che parlano chiaro, ma che non esprimono solo il disaggio per l’oggi, ma anche la preoccupazione per la situazione pensionistica futura di molti giovani. È questo il motivo per cui si chiede di iniziare una discussione seria riguardo una pensione di garanzia per quelle generazioni che oggi non riescono ad accantonare una contribuzione adeguata da garantire una pensione dignitosa.

Il Segretario della UIL si è scagliato contro le promesse fatte sul versante delle pensioni durante la campagna elettorale. Promesse mai mantenute, visto che la “legge Fornero” non viene messa in discussione, venendo per giunta peggiorata “Opzione donna”.

Serve un cambio di passo

Altro capitolo su cui il Sindacato non intende arretrare è quello del fisco. La nostra Costituzione – ha ribadito Bombardieri – parla di progressività delle imposte. Concetto questo che non può minimamente conciliarsi con l’introduzione da parte del Governo di una iniqua e ingiusta flat tax.

Andrebbe al contrario rafforzata la lotta all’evasione, invece di avere troppa tolleranza con chi evaderebbe per “necessità”, quando milioni di pensionati hanno pensioni da fame e tanti giovani un lavoro povero. La vera necessità è la loro.

Bombardieri ha ribadito la necessità di un cambio di passo sulla questione della sicurezza nei luoghi di lavoro. Sono necessarie molte più risorse, come di un coinvolgimento maggiore del Sindacato da parte delle istituzioni.

Sulla sanità, ha attaccato frontalmente l’Esecutivo, accusandolo di non dire il vero sull’aumento degli investimenti nel nostro Servizio Sanitario Nazionale. La prova sta anche nel mancato trasferimento delle risorse che lo Stato centrale deve alle Regioni: degli 8 miliardi previsti, solo 5 sono stati effettivamente erogati. Senza contare che nel nuovo DEF mancano le risorse sia per nuove assunzioni, che per i rinnovi e i contratti.

Davanti a tutte queste ingiustizie, il Sindacato non si fermerà.

Appuntamento sabato prossimo a Milano, per una nuova stagione di lavoro e diritti.

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