Napoli: ultima tappa della mobilitazione unitaria CGIL, CISL e UIL. Ma la lotta continua

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CGIL, CISL e UIL ancora insieme. Dopo Bologna e Milano, il Sindacato confederale arriva a Napoli. Fin dal mattino, affluiscono nella città partenopea migliaia di giovani, lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, che si mobilitano “Per una nuova stagione del lavoro e dei diritti”. Per parlare all’Italia intera.

Ma oggi, doverosamente il pensiero va alle sofferenze delle popolazioni emiliano-romagnole: il mondo del lavoro è con loro e i Sindacati si sono impegnati a sostenere chi in questo momento è in difficoltà, chiedendo misure concrete per aiutare le lavoratrici e i lavoratori ora impossibilitati a lavorare. Inoltre, CGIL, CISL e UIL hanno organizzato anche una raccolta fondi per aiutare chi soffre.

Quella di Napoli è la tappa più a sud della mobilitazione. Il nostro Meridione ha bisogno di misure di investimento straordinarie, per invertire la rotta di un territorio che vede ogni anno migliaia di giovani costretti a partire per cercare lavoro.

Ma precarietà e disuguaglianze sono ormai una costante che ritroviamo su tutto il territorio nazionale. Un lavoro precario è un lavoro povero e rende la vita impossibile a Milano come a Napoli. Un salario da fame rende l’oggi incerto e il domani impossibile.

A raccontarcelo è Giovanna, infermiera iscritta alla UIL-FPL, che dal palco ci ricorda come per gli operatori della sanità sia stato facile passare da eroi durante la pandemia a dimenticati; con una precarietà nel settore che è addirittura aumentata negli ultimi due anni (da 38000 a 80000 unità); con salari bassissimi; con turni massacranti che mettono a rischio la salute di tutti gli operatori, senza che il loro sia considerato lavoro usurante.

Duro verso il governo l’intervento di Pierpaolo Bombardieri, segretario generale delle UIL.

In apertura, Bombardieri ha voluto anch’egli rivolgere un pensiero alle popolazioni dell’Emilia-Romagna e invitato chi di dovere a non aspettare le tragedie, ma a cercare di prevenirle con pianificazione di interventi adeguati.

Poi ha rispedito al mittente le illazioni di chi afferma che non si capirebbero le ragioni della protesta: che di ragioni ve ne siano tante lo testimonia una piazza stracolma e che non riesce neanche a contenere tutti i lavoratori arrivati a Napoli.

Il Segretario della UIL, ha ricordato come quella meridionale è, e deve essere, questione nazionale. I giovani del Sud non vogliono il reddito di cittadinanza, ma un lavoro dignitoso e non offerte di impiego indecorose, che giustamente spesso rifiutano.

All’Esecutivo Bombardieri chiede risposte concrete, perché se si voleva combattere per davvero la precarietà non si sarebbe dovuto reinserire i voucher così come il Governo ha fatto. Si dovrebbe, invece, intervenire sui finti stage o vigilare sul lavoro in somministrazione.

E la risposta ai disequilibri del nostro Paese non passa di certo – secondo Bombardieri – per il progetto di legge sulla cd. “Autonomia differenziata”, che anzi sarà la causa di un aumento delle disparità territoriali, economiche e sociali.

Prioritario per il Sindacato è rimettere in moto l’ascensore sociale, perché nell’Italia di oggi il figlio di un operaio ha forti possibilità di rimanere un precario a vita, quando invece vanno garantiti stessi diritti e stesse opportunità a prescindere dalle condizioni di partenza o di residenza.

Bombardieri ha richiamato il Governo anche rispetto alle sue responsabilità di datore. Ha chiesto che vengano rinnovati i contratti nella PA; che si prevedano investimenti veri nella sanità, pagando di più chi ci lavora e assumendo i troppi precari. Ha intimato a non stipulare contratti di convenzione con chi non applica i contratti di lavoro stipulati dai sindacati maggiormente rappresentativi e non garantisce paghe dignitose secondo il dettame costituzionale.

Ha invitato l’Esecutivo anche a discutere ora di una pensione di garanzia per i giovani, prima che milioni di futuri pensionati si trovi con una pensione da fame. Ribadendo, ancora una volta, la contrarietà del sindacato ad ogni ipotesi di flat tax, e riaffermando invece la necessità di una più vigorosa azione di contrasto all’evasione fiscale.

Il Segretario della UIL ha poi posto la questione di una politica industriale capace fin da subito di indirizzare il sistema economico del nostro Paese. Ma anche su questo il Governo langue, mentre in Francia si investono miliardi di euro.

E questo aspetto ovviamente tocca anche i temi della formazione e della riqualificazione professionale, in un contesto lavorativo in veloce e tumultuoso mutamento.

Il Sindacato è determinato a costruire un Paese più giusto e equo. Durante l’intera mobilitazione unitaria ha fatto proposte concrete che vanno in questa direzione. E non si fermerà finché la battaglia non sarà vinta.

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