Restituire e rivendicare una nuova dignità per il lavoro

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L’assemblea UIL FPL di Roma e Lazio è stato un altro momento di mobilitazione, discussione e riflessione su temi che non riguardano solo le lavoratrici e i lavoratori del settore, ma investono l’intera collettività. Perché il lavoro pubblico, in tutte le sue espressioni, è uno degli architravi su cui poggia il nostro Stato. L’espressione territoriale dell’incontro, quindi, ha portato in evidenza non solo i problemi del Lazio, ma crepe e disfunzioni che hanno carattere ben più ampio e sostanzialmente nazionale. 

Ad aprire i lavori, è stato Sandro Bernardini, ribadendo le ragioni della mobilitazione iniziata oltre due mesi fa dalla UIL, al fine di confrontarsi direttamente con paure, insicurezze e speranze di un mondo del lavoro in grande difficoltà. 

Difficoltà che pare non troveranno soluzioni nel DEF presentato dal Governo, che secondo quanto affermato da Domenico Proietti, rappresenta un’occasione mancata per il Paese. perché decisamente deludente. Il Documento di Finanza Pubblica, infatti, così come concepito, non sarebbe in grado di garantire una crescita economica stabile, riproponendo, tra l’altro, anche una timida politica di austerity

Proietti ha poi ribadito l’importanza di reperire più risorse per riprogettare dalle fondamenta il nostro Servizio Sanitario Nazionale. Quelle stanziate dal PNRR sono certo importanti, ma forse insufficienti per questa opera di progettazione ambiziosa, per assicurare al nostro Paese una sanità universale. 

Fondamentale, inoltre, rimane il riordino delle autonomie locali per dare funzionalità ed efficienza al sistema nel suo complesso; a tal fine Proietti ha avanzato la proposta di procedere ad un accorpamento dei piccoli comuni. 

Gli interventi di lavoratrici e lavoratori 

Dagli interventi di lavoratrici e lavoratori che si sono succeduti, è venuta fuori una fotografia territoriale impietosa. I numeri snocciolati da Ida, rispetto alla provincia di Latina, non hanno bisogno di ulteriori commenti, per quanto riguarda il depauperamento delle piante organiche dei 33 comune pontini. Dal 1991, in cui i dipendenti erano 3388, si è passati nel 2022 a 2044 unità: da 1 dipendente ogni 143 abitanti a 1 ogni 274.

Claudio, infermiere, ci ha parlato di una sanità regionale praticamente al collasso, con evidenti segni di una volontà politica tesa a destrutturare la sanità pubblica in favore di quella privata, che già oggi ha il 51% del totale delle prestazioni erogate.

Forte è stata la denunciato per la mancanza di una medicina del territorio, che obbliga i cittadini a rivolgersi in massa presso le strutture di pronto soccorso, rendendole così ingestibili.

Situazioni, queste, che vorrebbero una classe dirigente meno tesa ad un presentismo strumentale a finalità prevalentemente di consenso immediato. 

A porre l’accento sul tema è stata Rita Longobardi, che ha rimarcato l’importanza di mettere in campo azioni tese a sviluppare programmi per il futuro ben strutturati, e fuori dalle logiche di una spending review interpretata, come la storia degli ultimi anni insegna, prevalentemente come tagli agli investimenti.

Le conclusioni del Segretario Generale

A concludere i lavori è stato il segretario Generale Pierpaolo Bombardieri, che ha ribadito l’importanza dell’autonomia dai partiti della UIL, che mai si è mossa in una logica di mobilitazione tesa a far cadere un Governo, ma sempre – e in maniera trasparente – con l’unico obbiettivo di convincere l’Esecutivo della bontà delle proprie proposte.

La UIL – ha sottolineato il Segretario – è sempre andata responsabilmente ai tavoli convocati dal Governo, chiedendo tagli al cuneo fiscale adeguati, perché quelli operati non sono certo sufficienti a riequilibrare l’erosione prodotta dall’inflazione.

Al Governo è stato anche chiesto di rinnovare i contratti del Pubblico impiego; di detassare gli aumenti salariali per un periodo di almeno due anni; di incentivare – sempre attraverso una politica di detassazione – la contrattazione di secondo livello, che in Italia si pratica prevalentemente solo nelle grandi aziende. La risposta ad ogni richiesta è stata sempre un secco
“no”!

Bombardieri ha poi stigmatizzato la prassi della PA di stipulare convenzioni attraverso gare d’appalto svolte secondo il criterio del massimo ribasso. Cosa, per altro, incoerente con tutte le dichiarazioni in cui si ribadisce che sotto una certa soglia retributiva non si può umanamente vivere.

Ha ribadito l’importanza di quegli investimenti in sicurezza che devono assolutamente andare verso l’obbiettivo di “zero morti sul lavoro”. Ed anche qui le scelte del Governo non appaiono particolarmente in linea con quella che è prima di tutto una battaglia di civiltà.

Per il rilancio del nostro Paese, e colmare tutte quelle fratture sociali che oggi lo caratterizzano – ha concluso il Segretario generale – il PNRR rappresenta uno strumento importante. Quei soldi messi a disposizione dall’UE vanno spesi, e bene.

Ma è intollerabile accusare di eventuali ritardi nella realizzazione del Piano di Ripresa e Resilienza gli Enti Locali, quando per anni si è proceduto ad una depauperazione delle piante organiche, senza prevedere nuove assunzioni. 

Il Sindacato sa di avere una grande responsabilità sulle spalle: restituire e rivendicare una nuova dignità per il lavoro. Far in modo che su questo mondo si riaccendano i riflettori di una informazione che, nella sua gran parte, pare disinteressarsene. 

E’ questo uno dei motivi per cui ci mobilitiamo unitariamente.

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