Milano. Per una nuova stagione del lavoro e dei diritti
13.05.2023
Oggi CGIL, CISL e UIL sono scesi in piazza a Milano, per la seconda tappa della loro mobilitazione unitaria.
All’Arco della Pace della città meneghina – simbolo della concordia tra gli stati europei, raggiunta al congresso di Vienna nel 1815 – hanno sventolato le bandiere del Sindacato confederale, unito nella lotta “per una nuova stagione del lavoro e dei diritti”: per ridare dignità al lavoro; per portare avanti chi è rimasto indietro; per togliere il concetto di eguaglianza dalle vuote parole della retorica e ridargli sostanza; per garantire alle giovani generazioni un futuro a cui guardare con serenità, fuori dal baratro della precarietà; per ridare dignità a chi – pensionate e pensionati – ha contribuito col suo lavoro al progresso del Paese, ma che oggi si trova a vivere un quotidiano fatto di stenti e privazioni.
Far ripartire l’Italia, significa anche ricucirne gli strappi territoriali, come le conseguenti lacerazioni sociali, applicando quella Costituzione scritta da chi aveva ben presente che senza eguaglianza la libertà è solo un concetto formale.
Ecco perché è fondamentale dar voce la Paese reale, a quel profondo vissuto di chi non ce la fa più e si sente sempre più marginalizzato. A tutti coloro che, durane la pandemia, hanno garantito che il Paese non si fermasse.
Dal palco, lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati rivendicano i loro diritti. Chiedono di assicurare all’Italia politiche strutturali per il futuro, fuori dalle logiche dei bonus una tantum; di accompagnare le trasformazioni che stanno cambiando il mondo in modo tale da renderle socialmente sostenibili. Vogliono una spesa oculata e totale dei fondi del PNRR, perché rappresentano per noi un’occasione troppo importante per essere sciupata.
A chiudere la manifestazione, di fronte una piazza stracolma, è intervenuto il segretario generale della UIL, Pierpaolo Bombardieri, che ha subito rispedito al mittente le illazioni secondo le quali i Sindacati vogliono scioperare contro le decisioni del Governo rispetto al cuneo fiscale. Una falsità strumentale, che in maniera malcelata vuole sviare da quelle che sono le vere ragioni che hanno portato il Sindacato in piazza.
Bombardieri queste ragioni le ha elencate tutte, perché è necessario dire la verità di fronte al Paese, in cui se lavoratori e lavoratrici non riescono ad arrivare a fine mese è perché non si rinnovano i contratti. Perché sia chi lavora, che chi sta in pensione, è sottoposto ad una tassazione iniqua e ingiusta, mentre il Governo non ha il coraggio di andare a reperire le risorse di cui si ha bisogno dove i soldi ci sono. Perché, durante la pandemia, c’è chi ha fatto enormi profitti: ovvero, banche, Big Pharma e Multinazionali.
Un Governo che non trova prima di tutto le risorse per rinnovare i contratti a milioni di lavoratori pubblici. Non assume personale in una sanità pubblica che rappresenta uno dei pilastri per garantire la salute di tutte le persone al di la del loro reddito. Che non investe nel Servizio Sanitario Nazionale, per di più senza neanche restituire alle Regioni tutti i soldi spesi durante la pandemia: parliamo di circa 4 miliardi di euro!
Un potere pubblico – sottolinea con forza Bombardieri – che permette gare d’appalto a ribasso e concede convenzioni anche a chi non rinnova i contratti da oltre un decennio.
Il segretario dell’Unione Italiana del Lavoro, fotografa con i dati di quello che è il Paese reale. Un’Italia dove ci sono persone che in condizioni di stesso lavoro e stesse mansioni troppe volte non ricevono lo stesso salario e a cui non sono garantiti stessi diritti. Ed in cui la precarietà si allarga sempre di più: secondo i dati del Ministero, tra il 2019 e il 2022, i contratti attivati sono stati 1 milione e ottocentomila a tempo indeterminato; otto milioni e mezzo sono stati invece quelli a tempo determinato. Numeri che parlano da soli e che fanno il paio con un ascensore sociale bloccato da tempo, soprattutto per chi proviene da classi meno agiate.
Ragazzi, denuncia Bombardieri, che vanno sostenuti nelle loro proteste contro il “caro-affitti”, che rende vano il principio del diritto allo studio per tutti. Giovani che fanno bene a rifiutare offerte di lavoro da fame, e a ribellarsi ad ogni tipo di sottomissione e sfruttamento.
Un’Italia giusta è quella che applica in maniera equa il principio costituzionale della tassazione progressiva e non quello della tassazione “piatta”, entrata nel gergo comune con il termine anglosassone di flat tax.
Il lavoro è l’elemento determinate per la nostra vita. Deve per questo essere buono, ovvero di qualità rispetto alla sua esplicazione, ben pagato e sicuro.
Bombardieri dal palco ha ricordato al Governo che oggi è morto un cavatore, mentre era al lavoro. Un fatto che dovrebbe rendere ancora più palese lo iato tra le vuote parole della retorica di chi dice di agire per fermare la strage continua e l’assenza delle misure necessarie per far in modo che ciò realmente accada.
Il Sindacato vuole un Paese diverso e più giusto. Ed è per questo che la mobilitazione continuerà.
Ora appuntamento per sabato prossimo a Napoli: per un’altra piazza tinta dei colori del lavoro.
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L'Appunto
di Pierpaolo Bombardieri
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