Mobilità: la grande sfida del trasporto pubblico locale

4' di lettura
Mi piace!
100%
Sono perplesso
0%
È triste
0%
Mi fa arrabbiare
0%
È fantastico!!!
0%

24.03.2023

Un cittadino su quattro sarebbe pronto ad abbandonare l’auto privata per dei mezzi pubblici comodi e puntuali. Il risultato dell’indagine condotta da Ipsos-Legambiente in collaborazione con Unrae, potrebbe sembrare abbastanza scontato, ma in un Paese come il nostro in cui negli anni della pandemia c’è stato un calo medio dell’utenza del trasporto pubblico di oltre il 40%, diminuzione, ancora ben lontana dall’essere colmata, è importante analizzare attentamente tutte le cause di questo preoccupante esodo che incide in modo significativo anche sui processi di transizione ecologica.

Il trasporto pubblico nel suo complesso rappresenta un elemento fondamentale per lo sviluppo sostenibile dei centri urbani e per il benessere dei cittadini. Dalla sua efficienza, dalla sua qualità e dalla sua capacità di integrazione con gli altri sistemi modali passa l’implementazione di un nuovo modo di mobilità urbana che, ancor più dopo la pandemia, sarà necessario realizzare per dare una risposta adeguata alla nuova domanda di mobilità delle persone, tenuto anche conto dei mutamenti radicali nella domanda stessa.

Gli utenti (o potenziali tali) dei mezzi pubblici vogliono trasporti puntuali, efficaci e interconnessi, ma anche sicuri; bisogni che si scontrano con la maggior parte delle realtà presenti nelle nostre città, penalizzate dalla mancanza di politiche programmatorie e industriali adeguate.

Nell’ultimo periodo sono state diverse le città, da nord a sud, che hanno deciso di avviare progetti sperimentali che prevedono la gratuità del servizio di trasporto pubblico per incentivarne l’utilizzo. Progetti come questi andrebbero incoraggiati e sostenuti per arrivare ad una nuova consapevolezza della mobilità come diritto, alla pari dell’istruzione e della sanità. Questo approccio comporterebbe sicuramente un carico maggiore sulla fiscalità pubblica, ma porterebbe anche ad una svolta economicamente più vantaggiosa per le famiglie che potrebbero, addirittura, rinunciare ad avere un’automobile di proprietà. 

Le indagini statistiche rilevano che negli spostamenti giornalieri continua a prevalere l’uso dell’automobile privata, ma la vera sfida per il trasporto pubblico nel prossimo futuro non può limitarsi a sottrarre importanti fette di mercato al mezzo privato. Infatti, anche in ragione dei sistemi smart che accompagneranno la transizione energetica, negli spostamenti all’interno dei grandi centri urbani si evidenzia sempre di più il ricorso ai mezzi di mobilità individuale non inquinanti a noleggio rapido, monopattini e bici elettriche, gestiti da grandi multinazionali che nascono con l’obiettivo di risolvere il problema del trasporto del primo e ultimo miglio delle aree urbane ad alto traffico in tutto il mondo. Le amministrazioni locali, quasi sempre proprietarie delle aziende in house di TPL, dovrebbero quindi intercettare queste attività per integrare il sistema di trasporto già esistente e non perdere fette di mercato che negli anni potrebbero diventare consistenti a discapito delle attività e quindi dell’occupazione nelle aziende di Trasporto Pubblico Locale, offrendo occasioni anche di riqualificazione per il personale diventato inidoneo. 

Per fare tutto questo è indispensabile partire dalla definizione di norme più chiare ed esigibili che garantiscano investimenti e sviluppo dei servizi, è questa la premessa imprescindibile per l’attuazione di una riforma articolata del trasporto pubblico locale che miri a:

Migliorare la gestione del servizio;

Incrementare e qualificare le fonti di finanziamento;

Definire modalità di affidamento, non discriminatorie, coerenti con gli obiettivi prefissati;

Incentivare la crescita degli operatori;

Facilitare investimenti in infrastrutture, mezzi e innovazione tecnologica;

Tutelare e qualificare la professionalità, sicurezza e benessere di lavoratrici e lavoratori del settore.

In particolare, su questo ultimo punto si gioca una gran parte del rilancio del Tpl. Un settore in cui, in assenza di azioni che ne aumentino l’attrattività sia per l’utenza che per lavoratrici e lavoratori, si continua a rilevare l’enorme difficoltà per le aziende, a reperire o a mantenere in servizio gli autisti con il conseguente paradossale fenomeno del taglio delle corse e dei servizi per carenza di personale.

L’appetibilità di questa figura professionale è il primo gradino da risalire per rilanciare davvero il trasporto pubblico locale e metterlo al centro di una “nuova mobilità”. 

Il trasporto pubblico, con il suo tessuto di aziende da strutturare per garantire il carattere pubblico della mobilità, dovrà restare al centro di questo nuovo paradigma della mobilità non solo come servizio, ma come vero e proprio diritto previsto dalla Costituzione; per fare questo le aziende sono chiamate ad un incremento della qualità dei servizi, del livello di digitalizzazione, dell’impiego delle tecnologie ma anche a garantire un trasporto più sicuro e migliori condizioni di lavoro.

Ufficio Comunicazione Uiltrasporti

Articoli Correlati