Mentre i salari stagnano, le ricchezze nei paradisi fiscali aumentano

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18.12.2023

1000 miliardi di dollari sono i profitti che le multinazionali hanno trasferito nei paradisi fiscali nel 2020.

12000 miliardi di dollari è il totale della ricchezza finanziaria presente, al 2022, in paesi a fiscalità agevolata. Corrisponde al 12% del PIL dell’intero pianeta.

Oltre un quarto di questa somma astronomica sfugge alla tassazione.

I miliardari, grazie a pratiche elusive del fisco, arrivano a pagare aliquote effettive d’imposta comprese tra lo 0% e lo 0,5%.

Sono le osservazioni contenute nella prima edizione del Global tax evasion report, pubblicato dall’Osservatorio fiscale europeo diretto dall’economista Gabriel Zucman, figura di rilievo nello studio dei paradisi fiscali.

Numeri così grandi e lontani dal quotidiano delle persone che risulta difficile persino elaborarli concettualmente, soprattutto se posti in proporzione ai salari sempre più poveri e alle pensioni in diminuzione. Nondimeno, sono i numeri che rappresentano bene la questione delle disuguaglianze economiche esistenti oggi a livello globale, aggravatesi enormemente durante e in seguito alla pandemia Covid.

Spesso descritto con parole tecniche come un processo meccanico, quello delle disuguaglianze è un tema politico, che richiede un intervento deciso e coordinato a livello internazionale per contrastare le pratiche di evasione messe in atto.

La prova più evidente si trova nei risultati concreti prodotti dalla decisione, nel 2017, di applicare lo scambio automatico tra paesi e istituzioni finanziarie di informazioni relative ai conti finanziari. Un intervento che, nella sua semplicità, ha permesso di ridurre l’ammontare delle imposte evase dal 90% del 2013 al 27% di oggi.

Ma l’elusione fiscale delle multinazionali rimane elevatissima, i miliardari hanno le risorse e le strutture per evadere facilmente il fisco, le normative nazionali e internazionali presentano ancora troppi intoppi (loopholes, in inglese) attraverso i quali non pagare le tasse, ricadendo in quella zona grigia tra legalità e illegalità.

Ristabilire la giustizia e l’equità fiscale non è solo un fatto economico o etico: una disparità di trattamento così ampia tra le persone rischia di minare le fondamenta stesse dei sistemi democratici.

Anche per questo sono fondamentali interventi di politica economica coordinati a livello europeo e internazionale, a partire da un serio e diffuso contrasto all’evasione fiscale, dall’applicazione della tassa minima globale del 15% sulle multinazionali, nonché da una maggiore tassazione sui dividendi distribuiti dalle imprese e dall’implementazione di una tassa sulle transazioni finanziarie, come proposto già da tempo dalla UIL.

Servizio politiche Economiche, Fiscali e Previdenziali UIL

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