Lavoro: nel segno “+” i dati sull’occupazione, ma ancora troppa precarietà
04.05.2022
Marzo si è chiuso con il segno “+”. I dati Istat raccontano di una crescita del numero degli occupati del nostro Paese rispetto a febbraio 2022: +81mila. Rispetto invece allo stesso mese del 2021: +800mila occupati. Il trend è dunque positivo, ma ciò che preoccupa è la considerevole presenza di contratti precari che rientra nel quadro restituito dall’Istat. Ad ogni modo, l’Istituto fa sapere anche che il tasso di occupazione è salito al 59,9%, quello di disoccupazione è sceso all’8,3, mentre il tasso di inattività è al 34,5%, un dato che rimanda al periodo pre-pandemia. Tuttavia, se si guarda a un futuro non troppo lontano emergono una serie di criticità che frenano l’ottimismo. Il timore è, infatti, che il tasso di occupazione possa precipitare una volta che giungono a scadenza i contratti temporanei/precari.
Cresce anche l’occupazione femminile
Buone notizie per l’occupazione femminile il cui tasso sale al 51,2%, ma con un gap occupazionale di genere ancora molto alto a favore dei colleghi uomini. In merito al tasso di disoccupazione femminile è invece sceso di 0,6 in punti percentuali. Attualmente, le donne occupate sono 9 milioni e 776mila, il 42% degli occupati.
Per essere più precisi, il tasso di crescita dell’occupazione è alimentato soprattutto dai contratti a termine, +15,7% rispetto a marzo 2021. Parliamo di 3.159.000 di lavoratrici e lavoratori, ovvero il numero più alto registrato dal 1977.
Un trend positivo, ma ancora troppa precarietà
In generale, quindi, si possono avanzare due valutazioni: una positiva sul breve periodo dovuta ad un tasso di occupazione che, seppur con molta fatica, registra un incremento; dall’altra parte, sul lungo periodo, l’incertezza dettata dalla crescita del precariato, che mette in discussione il valore dei dati appena analizzati. La mancanza di stabilità è un elemento comune a lavoratrici e lavoratori di diverse fasce d’età, ma più marcata tra i giovani, e si ripercuote su tutti gli aspetti della vita. È necessario che lo sviluppo del nostro Paese sia accompagnato da una crescita dell’occupazione stabile e a tempo indeterminato.
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L'Appunto
di Pierpaolo Bombardieri

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