Basta lavoratori fantasma! La Toscana contro il caporalato

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19.04.2024

“Quando un uomo ti dice che è diventato ricco grazie al duro lavoro, chiedigli: di chi?” (Don Marquis)

Il sistema del caporalato, secondo l’ISTAT (rilevazione sulle forze lavoro del 2021), è discretamente diffuso: basti pensare che sul totale dei lavoratori stranieri nel comparto agricolo (18%), il 12,5% sono coinvolti in attività di caporalato. Questi dati però non comprendono un numero cospicuo di lavoratori senza tutele contrattuali, o anche solo parzialmente regolari. Sempre secondo i dati, la percentuale dei lavoratori sfruttati ha visto una crescita graduale negli ultimi dieci anni.

Caporalato: fenomeno sommerso  

La Toscana è sempre più impegnata ad affrontare il problema del caporalato, soprattutto dopo l’inchiesta pioniera partita da Pistoia e che si è poi diffusa in molte altre province toscane. L’inchiesta mette in luce questo atroce fenomeno e tutte le pratiche disumane attuate. Le vittime in questione sono lavoratrici e lavoratori, che la maggior parte delle volte non hanno neanche conoscenza della lingua e per questo presentano enormi difficoltà a comprendere i propri diritti. Condizione, questa, ripetutamente sfruttata da caporali senza scrupoli.

Decine e decine di persone vengono reclutate direttamente dai centri d’accoglienza, completamente all’oscuro di qualsiasi loro diritto, messi su un furgone e portati a lavorare nei campi per una cifra irrisoria, di circa 6€ l’ora, con orari di lavoro che spesso superano le nove o dieci ore al giorno.

Questa è la cronaca di un fenomeno tanto diffuso quanto sommerso, di cui si parla troppo poco e per il quale spesso, nella nostra percezione, non pensiamo a un coinvolgimento del centro-nord Italia ma che releghiamo – erroneamente – al solo Mezzogiorno. Invece i dati sono chiari: il tasso di irregolarità in Toscana nel settore agricolo è pari al 36,3% e sono addirittura 27 le aree a rischio nella nostra regione, sparse tra le province di Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno e Siena.

Al centro del bersaglio  

Il caporalato è un fenomeno che si è sviluppato e radicato soprattutto ai giorni nostri e nei settori che richiedono manodopera, come quello agroalimentare. Per porre fine a tale pratica è stata approvata la legge 199 e in Toscana ultimamente è stato firmato l’accordo contro il caporalato, grazie all’impegno incessante delle organizzazioni sindacali e della politica. A questa legge si affianca la Rural Social ACT, che si inserisce nel piano triennale di contrasto al caporalato (Legge 199/2016) e propone l’apertura di sportelli e unità mobili per le vittime dello sfruttamento lavorativo: un’infrastruttura solida per collocare azioni efficaci e consolidate e mostrare alternative concrete e possibili alle vittime.

Contro questa schiavitù è fondamentale aumentare il numero di ispettorati del lavoro, per attuare più controlli e incoraggiare le aziende a aderire alla rete del lavoro agricolo di qualità. Serve andare più a fondo e monitorare i risultati dei protocolli firmati affinché quest’ultimi abbiano degli effetti tangibili nel fermare il fenomeno.

La Regione Toscana ha organizzato un seminario per inserire nelle attività del progetto finanziato dal Ministero del Lavoro degli interventi di integrazione socio-lavorativi, finalizzati al contrasto dello sfruttamento lavorativo, comprendendo anche il caporalato agricolo.

Conclusioni

Proprio in questi giorni, in occasione del suo settantaquattresimo anniversario, la UIL ha lanciato una nuova campagna per combattere il lavoro nero e sommerso, che complessivamente vale circa 60 miliardi di euro all’anno per il nostro Paese.

La UIL Toscana è in prima linea contro il caporalato, che toglie dignità alle persone e cancella la speranza nel futuro.

Lo ribadiamo con sempre più forza: no ai lavoratori fantasma!

Ufficio Stampa UIL e UILA Toscana

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