La precarietà dei tirocini extra-curriculari

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24.05.2023

La Commissione per l’occupazione e gli affari sociali (EMPL) del Parlamento europeo ha recentemente adottato una risoluzione per chiedere di porre fine agli stage non retribuiti e garantire agli stagisti l’accesso a diverse forme di protezione sociale.

Con 36 voti a favore, 3 contrari e 4 astenuti, la risoluzione invita la Commissione a adottare una direttiva che possa stabilire standard minimi a livello europeo per i tirocini.

La proposta, nello specifico, coinvolge due diverse tipologie di stage: quelli curriculari, che si svolgono durante la formazione scolastica e universitaria, e quelli extra-curriculari, che accompagnano i giovani all’interno del mondo del lavoro.

L’obbligo di risarcire i costi della vita

Per i primi è prevista una compensazione economica obbligatoria che rimborsi i costi sostenuti per svolgere l’attività di formazione e che sia proporzionata al costo della vita dello Stato membro in cui si svolge il tirocinio. 

Gli stage extra-curriculari, invece, della durata minima di un mese e massima di sei, dovranno prevedere una retribuzione mensile in linea con la direttiva UE sul salario minimo. 

Nel caso dei tirocini extra-curriculari svolti in Italia, dunque, ai giovani andrebbe garantito uno stipendio pari almeno al minimo stabilito dal contratto collettivo (CCNL) di riferimento.

Agli stagisti, inoltre, come per tutti gli altri lavoratori, sarebbero garantiti l’accesso alla protezione sociale e la contribuzione a fini pensionistici, l’assicurazione sanitaria, le ferie retribuite e l’indennità di disoccupazione in caso di non prosecuzione del rapporto di lavoro al termine del periodo di formazione.

L’iter parlamentare europeo prevede che il testo venga votato dall’Aula in sessione plenaria a giugno, prima di essere effettivamente negoziato con e tra i governi degli Stati Membri in seno al Consiglio. 

Fattori di rischio

Nonostante la risoluzione della commissione EMPL si proponga di migliorare le qualità dei tirocini, permane il rischio molto elevato che possa contribuire a dar vita ad una forma di lavoro ancora più flessibile. 

In particolare, la direttiva comporterebbe una equiparazione dei tirocini extra-curriculari con un rapporto di lavoro tout-court, precarizzando ulteriormente il mercato del lavoro a discapito dei giovani.

Mantenere e rafforzare gli stage extra-curriculari significherebbe infatti promuoverne l’utilizzo e incentivare la concorrenza a discapito dell’apprendistato. Quest’ultimo, a differenza del tirocinio, si configura già come un contratto di lavoro a tutti gli effetti, normato dal CCNL per ciascuna categoria e caratterizzato da una componente sia lavorativa sia formativa. L’apprendistato, inoltre, prevede una durata minima di 6 mesi e una massima di 3 anni, al termine dei quali il datore di lavoro può decidere di rescindere liberamente il contratto, che altrimenti si converte a tempo indeterminato. Quest’ultima clausola, fondamentale per promuovere una buona e stabile occupazione, non è prevista per i tirocini, al termine dei quali i giovani rischiano (e spesso sono) abbandonati a sé stessi. Non può essere certamente l’indennità di disoccupazione l’àncora di salvataggio per giovani lavoratrici e lavoratori lasciati in balia delle dinamiche di mercato.

La lotta al precariato

Per come è stato concepito, in considerazione anche delle agevolazioni fiscali a beneficio del datore di lavoro, l’apprendistato dovrebbe essere l’unico strumento per promuovere la formazione dei giovani e facilitarne l’accesso nel mondo del lavoro, ma questo non avviene. La concorrenza con il tirocinio è stata negli ultimi anni a favore di quest’ultimo, e le modifiche proposte attraverso la direttiva potrebbero ulteriormente aggravare la situazione. 

Per contrastare la precarizzazione del lavoro giovanile sarebbe più opportuno limitare, e non incentivare, l’utilizzo del tirocinio esclusivamente alla luce delle sue potenzialità formative, quindi per i soli stage curriculari, garantendo certamente un’indennità obbligatoria minima per gli studenti e le studentesse.

Solamente attraverso la regolamentazione e la lotta allo sfruttamento si potrà garantire dignità ai giovani lavoratori.

Dipartimento Internazionale UIL

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