La pietra composta da squame di pesce

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06.02.2023

E se vi dicessimo che esiste un materiale simile alla pietra, al 100% di origine biologica e composto da materiali di scarto? Stiamo parlando della scalite, un materiale formato da squame di pesce.

L’idea

L’impresa che produce questa pietra, ottima per le biomattonelle, è SCALE. L’impresa fu fondata dallo studente Erik de Laurens mentre frequentava un master in product design al Royal College of Art di Londra. Nel frattempo, le fabbriche chiudevano con il serio rischio della dispersione di un patrimonio di know how industriale difficile da ricostruire. Al contempo si facevano sempre più evidenti i problemi di inquinamento e de Laurens sentiva la necessità di inventare qualcosa che intervenisse su entrambi gli aspetti: fare breccia nel mondo dell’ingegneria dei materiali in maniera locale e sostenibile. Da qui l’idea delle squame di pesce, uno dei maggiori prodotti di scarto dell’industria ittica e disponibile in quantità elevate a prezzi bassi.

La scalite

Le squame di pesce contengono un polimero naturale, il collagene, che verrà estratto e mescolato con gli altri elementi minerali – come l’idrossiapatite – presenti nelle stesse squame. La polvere risultante da questa mistura viene compressa in fogli, pressati poi in piastrelle, che hanno delle qualità molto simili a quelle della pietra: nasce così la scalite, un materiale di recupero, che non prevede l’utilizzo di resine, plastiche o colle, completamente biologico e non tossico.

Il flusso di rifiuti edilizi

Il settore edilizio è uno dei principali settori critici per lo smaltimento dei rifiuti: produce un’importante mole di scarti che è difficile e costoso riciclare e che impongono l’individuazione di nuovi materiali più sostenibili. Nonostante l’Italia sia uno dei paesi europei più virtuosi nel riciclo dei rifiuti inerti (abbiamo avviato al riciclo il 77,9% dei rifiuti prodotti a fronte di un target UE del 70%) la crisi del settore è dietro l’angolo, anche considerato il Decreto sull’End of Waste, che dovrebbe disciplinare il riciclo degli inerti, ma che è stato a più riprese criticato per l’estrema rigidità nelle valutazioni sulla riutilizzabilità dei materiali, che secondo gli addetti ai lavori porterebbe a un’importante crisi del settore.

Una cosa è certa: l’innovazione deve andare nella direzione della sostenibilità. Se è vero che è necessario trovare delle soluzioni immediate per quanto riguarda l’enorme mole di rifiuti dell’edilizia, è altrettanto vero che il problema andrebbe risolto a monte. Bioedilizia, sostenibilità, recupero dei materiali devono essere incentivate e preferite.

Per noi e per il Pianeta.

Riccardo Imperiosi, Direttore Giovane Avanti!

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