La legge contro le aggressioni a scuola, ma è davvero la soluzione?

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11.03.2024

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha recentemente introdotto un disegno di legge approvato da Camera e Senato che mira a rafforzare le pene per chi aggredisce docenti, dirigenti scolastici e personale Ata.

Il provvedimento – Ddl anti aggressioni – presenta diverse novità, concentrandosi sulla violenza da parte degli studenti e dei loro familiari nei confronti del personale scolastico. Introduce l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico, promuove iniziative di informazione e sensibilizzazione, e istituisce la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico. Inoltre, modifica il Codice penale introducendo aggravanti per i reati contro il personale scolastico.

LA FRATTURA TRA I GIOVANI E IL GOVERNO SI STA ALLARGANDO

L’attuazione di questo decreto sembra inserirsi in un quadro più ampio di politiche governative caratterizzate da una logica securitaria. La situazione ha toccato il suo apice con le manganellate a Pisa su un corteo di studenti, che non avevano altra arma se non la propria voce.

In mezzo però c’è molto altro, come ad esempio il decreto Caivano, il decreto vandali, la circolare del ministro Valditara che minaccia la bocciatura per chi occupa e, naturalmente, anche il Ddl anti-aggressioni.

La crescente frattura tra i giovani e il governo è evidente, alimentata da gesti maldestri e decisioni discutibili, come la sospensione di uno dei rappresentanti degli studenti a Modena per aver criticato la scuola. Questa situazione ha spinto i giovani a organizzare proteste e manifestazioni contro le politiche governative percepite come repressive.

RIPRISTINARE LA CULTURA DEL RISPETTO VERSO LA SCUOLA, NON DELLA REPRESSIONE

Il numero delle aggressioni al personale scolastico è in aumento, secondo i dati, addirittura del 110% dal 2023 al 2022. È evidente però che un approccio basato esclusivamente sulla repressione possa avere conseguenze negative sul percorso educativo degli studenti coinvolti.

Come ha sottolineato a più battute la Uil Scuola Rua, la scuola dovrebbe essere uno spazio di apprendimento, crescita e responsabilità reciproca, non un luogo di pena. Affrontare il problema richiede un dialogo aperto e costruttivo che vada oltre le sanzioni, affrontando le vere sfide educative e sociali che coinvolgono gli studenti.

In primis, va recuperato il rispetto per la scuola e il personale della scuola, facendo molta attenzione a parlare di scuola con superficialità, trattandola bene anche attraverso una maggiore considerazione del personale che vi lavora. È un processo che parte dalle parole usate da tutti, ogni giorno.

E il tutto va fatto a scuola. Non fuori. Azioni punitive come la Cittadinanza Solidale – il progetto portato avanti dal Ministero che prevede lavori socialmente utili svolti fuori dalle scuole per gli studenti violenti – non vanno in questa direzione. È un approccio eccessivo perché potrebbe avere conseguenze negative sul percorso educativo.

Ufficio Comunicazione UIL Scuola

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