La bandiera dei tre colori

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14.03.2024

E la bandiera dei tre colori

sempre è stata la più bella:

noi vogliamo sempre quella,

noi vogliam la libertà!

Canzoncina popolare risorgimentale, scritta nell’anno più significativo dell’Ottocento, il 1848, primavera dei popoli. Ma quello che diventerà il tricolore italiano aveva già una sua storia prima del culmine del Risorgimento.

Una storia legata alle speranze che Napoleone suscitò, quando era visto più come liberatore e seppellitore dell’Ancien Regime e dei suoi monarchi, che come monarca lui stesso, l’imperatore più grande.

Fu infatti la Repubblica Cispadana, legata alla Repubblica Francese, la prima a adottare, il 7 gennaio 1797, a Reggio Emilia, il tricolore, con il bianco, rosso e verde che evocava il bianco, rosso e blu della Francia rivoluzionaria (mentre la bandiera della monarchia francese era bianca). Nella bandiera della Repubblica Cispadana, la disposizione dei colori era orizzontale, con nell’ordine la fascia rossa, bianca e verde. I colori della bandiera troveranno l’assetto attuale con la Repubblica Cisalpina, nata in quello stesso anno 1797 dalla fusione delle repubbliche Cispadana e Transpadana.

Non fu in assoluto quella delle repubbliche di ispirazione napoleonica la prima volta che il bianco, rosso e verde comparvero, perché la bandiera dei tre colori si vide la prima volta a Genova, in ambito risorgimentale, nel 1789, l’anno primo della Rivoluzione Francese. Il tricolore diverrà la bandiera del Regno d’Italia il 17 febbraio del 1861, con l’Unità d’Italia. In periodo monarchico, nella fascia mediana del tricolore, quella di colore bianco, verrà iscritto il simbolo dei Savoia, uno scudetto rosso con croce bianca. Con la nascita della Repubblica Italiana, nel 1946, il simbolo monarchico fu eliminato.

Il disastro della dittatura fascista fu pagato per un periodo anche dalla bandiera, perché molti associavano il tricolore alle violenze dell’ultranazionalismo nero e alla vergognosa condotta del re.

Quante volte si osservò con rammarico che il libero sventolare della bandiera lo si poteva vedere più in occasione delle imprese della nazionale italiana di calcio che come manifestazione di patriottismo popolare e civile.

Fu necessaria un’opera di riappropriazione del valore della bandiera, cui tanto, e con successo, si dedicò il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. È però giusto ricordare che nel mondo UIL l’amore per il tricolore non venne mai meno, e già molte delle prime bandiere dell’Unione Italiana del Lavoro richiamavano il bianco, rosso e verde, oltre al rosso dei primi vessilli del nostro sindacato, poi sostituito a partire dal 1998 dall’azzurro.

Oggi il tricolore è senz’altro un vessillo condiviso e amato della nostra nazione. Spesso, però, esposto in modo errato, con, da sinistra, il rosso, il bianco, il verde, quando invece convenzionalmente a sinistra rispetto a chi guarda va immaginata l’asta della bandiera, cui seguono nell’ordine il verde, il bianco e il rosso. La coccarda tricolore, invece, deve vedere il cerchio esterno rosso, poi, il bianco, e al centro il verde.

Roberto Campo

 

 

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