Ita Airways, cresce la flotta e cambiano le alleanze con l’accordo tra Mef e Lufthansa. Il lavoro rimanga in primo piano

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13.06.2023

Dopo un confronto durato molti mesi e che non ha risparmiato bruschi stop e colpi di scena, finalmente sembra che il Ministero dell’economia e delle finanze sia arrivato ad un accordo con Lufthansa per la cessione delle quote di Ita Airways. 

La compagnia di bandiera italiana, nata dalle ceneri di Alitalia come una start up con il compito di rappresentare una discontinuità economica, ma anche operativa e organizzativa rispetto al passato, ha dovuto affrontare l’emergenza covid con l’inevitabile crisi dell’intero settore che ne è derivata, ma anche lo spacchettamento dei diversi rami aziendali come la manutenzione e l’handling.

L’alleanza Star Alliance

Oggi l’unico modo per far crescere Ita Airways è quello di inserirla in una grande alleanza. La strategia stand alone non è più sostenibile, quindi la chiave di volta è negoziare un accordo proficuo di ingresso nell’alleanza Star Alliance, che riconosca valore alla compagnia e al mercato italiano che è secondo in Europa. Allo stesso tempo è importante recuperare le persone dagli ammortizzatori sociali, sia di Alitalia che di altre compagnie italiane che in questi anni sono andate in fallimento.

Anche se non si conoscono ancora i dettagli dell’accordo raggiunto, il gruppo Lufthansa ha le carte in regola per rappresentare il partner ideale per la crescita futura di Ita Airways con l’obiettivo di dare al Paese una compagnia di bandiera sana, profittevole e in grado di recuperare i lavoratori in attesa di essere reinseriti nel ciclo produttivo e realizzare per i cittadini un servizio di connessione di qualità come il nostro Paese merita.

Nuove politiche industriali

Ora Ita Airways ha bisogno di politiche industriali che la rilancino sotto il profilo della flotta e dell’organico sottraendola alle logiche politiche che fino ad ora ne hanno ostacolato un pieno sviluppo. Bisogna concretizzare gli obiettivi di sviluppo e crescita del piano industriale nell’ottica di una completa partecipazione e di obiettivi condivisi. Per questo motivo è importante che i sindacati vengano convocati quanto prima per discutere di come l’azienda dovrà svilupparsi superando la dimensione dei 100 aeromobili entro il 2027 e aumentando la percentuale di lungo raggio, sempre più richiesto nel nostro mercato.

I presupposti per fare bene ci sono tutti, ma è fondamentale nel nuovo processo di sviluppo, non lasciare inascoltata la voce delle lavoratrici e dei lavoratori, che in questi anni hanno pagato in prima persona gli effetti della crisi della compagnia e del settore. Bisogna vigilare e lavorare affinché questi presupposti si trasformino in fatti concreti e non venga sprecata l’ennesima occasione.

Uiltrasporti Nazionale

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