Didattica inclusiva e intelligenza artificiale: i progressi in Italia e nel mondo

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24.05.2022

Recentemente uno studio di Save The Children ha posto l’accento sul tema della dispersione scolastica, sempre crescente nel nostro Paese. E in un clima di tale incertezza, dove è sempre più chiaro che il mondo dell’istruzione abbia bisogno di interventi concreti e strutturati nel breve periodo, si incasella anche un altro argomento che necessita di risposte urgenti: quello della didattica inclusiva.

Agli istituti mancano gli strumenti per rendere l’apprendimento più inclusivo. Ci riferiamo alle studentesse e agli studenti con disabilità fisiche e intellettive. Servono strategie e supporti in modo da rendere più agevole lo svolgimento delle attività scolastiche per queste ragazze e questi ragazzi.

La tecnologia può, in tal senso, essere risolutiva?

TECNOLOGIA E DIDATTICA INCLUSIVA

Come abbiamo più volte evidenziato, la pandemia ha costretto il mondo intero a un confronto diretto con i limiti che molti servizi portano, loro malgrado, in dote, da anni. Quelli legati al settore sanitario, al mondo del lavoro più in generale, con particolare riferimento al work life balance e, ovviamente, quelli legati all’istruzione.

La DAD ha rappresentato una novità e molti istituti si sono trovati impreparati di fonte alla sfida. Figli e genitori hanno incontrato non pochi ostacoli, soprattutto chi ha dovuto avere cura di studentesse e studenti con disabilità.

Si tratta comunque di difficoltà che si riscontrano anche nell’ordinario, pandemie a parte. Se “inclusività” è diventata una parola chiave dei nostri tempi, non si può non essere sicuri di fare tutto il possibile per rendere il concetto concreto. L’inclusività deve essere una priorità e deve essere messa in pratica.

LO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DI MESSINA

Come si inserisce la tecnologia nel contesto? Il dipartimento di Scienze Cognitive dell’Università di Messina ne ha dato un esempio alcuni mesi fa. Prima che il Covid-19 entrasse nelle nostre vite, i ricercatori dell’università di Messina erano a lavoro sul progetto “Telerehabilitation, Counseling and Training in Rett Syndrome” che aveva l’intento di realizzare tecnologie volte a implementare un sistema di teleriabilitazione in grado di offrire una copertura completa dei bisogni riabilitativi per le persone con Sindrome di Rett.

Tali tecnologie sono poi state riadattate alle esigenze dettate della pandemia e applicate alla didattica a distanza. Ciò in modo da creare una modalità di apprendimento con lezioni digitali e interattive, che non imponessero una rinuncia per i portatori di disabilità intellettive e fisiche.

È stata dunque realizzata una piattaforma di Distance Learning che ha concesso alle studentesse e agli studenti con la sindrome di Rett, inclusi nel programma, di poter avere una buona formazione anche a distanza. Come? Ad esempio, con l’introduzione di un software che tracciava lo sguardo, e che quindi permetteva un’interazione, degli studenti con mobilità ridotta.

Questo tipo di attività ha rilevato che le prestazioni migliorano sia nei soggetti con disabilità, sia con persone non presentano disabilità fisiche o cognitive.

I PROGRESSI

Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, negli Stati Uniti, 1 bambino su 44 di 8 anni è affetto da una forma di autismo; questo uno dei dati che spinge all’urgenza di adeguare il sistema di apprendimento.

In tal senso, i robot IA possono fornire un grande supporto. Vengono realizzati e settati a seconda delle esigenze della persona e forniscono una prestazione in grado davvero di rendere più inclusiva l’esperienza scolastica. L’apprendimento adattivo basato sull’intelligenza artificiale fornisce tutoraggio su vari argomenti, in vari ambienti di lavoro, a scuola o in uno spazio online con videochiamate con mentori e tutor personali. Può regolare il contenuto per la classe in base alle prestazioni e alle capacità degli studenti.

Negli Stati Uniti l’intelligenza artificiale è stata utilizzata per supportare, con app e robot ad hoc, i bambini con ASD che hanno difficoltà a entrare in empatia con le emozioni degli altri. Oppure, grazie all’intelligenza artificiale i ricercatori hanno sviluppato algoritmi in grado di individuare le difficoltà nell’apprendimento o disturbi come l’ADHD.

Certo, prima di arrivare al punto che ogni istituto scolastico possa offrire determinati supporti trascorrerà del tempo. Si dovranno investire soldi e risorse nel mondo dell’istruzione. Resta tuttavia molto interessante come l’intelligenza artificiale possa davvero ridurre le disuguaglianze, un obiettivo che non va mai perso di vista.

Sul tema delle possibilità offerte dalla tecnologia agli studenti, anche giovanissimi, abbiamo scritto del coding e dei benefici che comporta.

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