Quanto costa il lavoro domestico alle famiglie?

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30.03.2022

Il lavoro domestico è diventato indispensabile. Sono sempre di più le famiglie che si appoggiano a collaboratori domestici per riuscire a coordinare tempi e spazi della propria vita: il lavoro, i figli, la casa, il tempo libero.

Tra le figure professionali più richieste ci sono colf, badanti e baby sitter. A delineare i contorni della situazione reale delle famiglie in relazione al lavoro domestico è stato il Censis con il report “Colf, badanti e baby sitter: una spesa irrinunciabile, ma quanto sostenibile?”. L’indagine, realizzata per Assindatcolf, analizza il profilo dell’offerta dei servizi, le motivazioni della domanda e la sostenibilità della spesa a carico delle famiglie.

Le tre figure prese in esame – le c.d. colf, badanti e babysitter- rispondono a esigenze tra loro differenti, ma correlate a un un’unica necessità: tentare di dare equilibrio alla propria vita familiare. Non tutti però possono permetterselo, se non con grandi sacrifici.

Qual è la giusta retribuzione per i collaboratori domestici?

Il Censis ha analizzato i costi medi mensili.

La spesa media mensile per una colf è di 650 euro a famiglia. Quello per le babysitter varia da 750 a 1000 euro, sforando anche maggiormente qualora si avesse necessità di assumere più di una babysitter per emergenze familiari. Costi elevati anche per le badanti, per le quali la spesa media mensile è attorno ai 1200 euro.

Le c.d. Colf e babysitter sono spesso assunte a ore, mentre le badanti, per il particolare lavoro di cura e assistenza a familiari non autosufficienti, sono per lo più conviventi.

Il punto è che colf, badanti e babysitter rispondono a un’esigenza ormai profonda delle famiglie italiane, sempre più sole nel gestire carichi non indifferenti.

Sono tantissimi a non potersi prendere cura della casa come si dovrebbe, a non sapere come conciliare gli impegni professionali con quelli dei propri figli, a non riuscire a tener testa alle difficoltà di prendersi cura di anziani, disabili o persone non autosufficienti.

Il welfare sociale non viene molto in aiuto. Non si può contare su un sistema efficiente di servizi e infrastrutture sociali e la scelta di impegnare buona parte delle proprie retribuzioni per tentare di equilibrare le necessità di lavoro con quelle familiari diventa fondamentale.

Non tutti possono, però, permettersi questi esborsi, ma ci si sacrifica per necessità. Se per le colf il discorso è meno “vitale” e più orientato al tempo libero (il desiderio, cioè, di poter dar spazio alle proprie passioni, ai propri hobby e al relax invece che dedicarsi alle pulizie e alla cura della casa), per le badanti e le babysitter lo sforzo economico familiare diventa indispensabile. A meno di non costringere un membro della famiglia, più spesso la donna o la mamma, a lasciare il lavoro.

Tra le difficoltà delle famiglie c’è anche la modalità di assunzione. All’improvviso ci ritrova, infatti, a diventare veri e propri datori di lavoro.

E sono tanti  a non sapere che esiste un contratto collettivo nazionale colf e badanti che definisce retribuzioni, diritti, tutele e doveri anche per queste lavoratrici e lavoratori, che purtroppo, spesso, finiscono con il lavorare a nero. Qui  potrete trovare testo e minimi tabellari previsti per il lavoro domestico, secondo il ccnl di riferimento per orientarsi sulle retribuzioni eque.

Per regolarizzare il rapporto di lavoro e orientarsi tra le varie beghe burocratiche, viene in aiuto il CAF. Il supporto di un operatore può rivelarsi fondamentale. Potrete trovare qui tutte le informazioni del CAF UIL per regolarizzare il contratto di lavoro domestico.

 

 

 

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