Le Raccomandazioni OCSE all’Italia sulle pensioni richiamano l’inaccettabile via dell’austerity

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23.02.2024

Il 13 dicembre scorso l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha pubblicato il rapporto annuale Pensions at a glance 2023. Si tratta di un report periodico, redatto dalla suddetta organizzazione internazionale di studi economici, che analizza lo stato dell’economia dei vari paesi che ne sono partecipanti e fornisce raccomandazioni di policy su come intervenire per ciascuna area critica. In particolare, il focus quest’anno – come negli ultimi anni – si è concentrato sulla sostenibilità dei sistemi pensionistici dei vari paesi.

Per la UIL il report mette in evidenza problemi ampiamente noti e discussi del nostro Paese. Tuttavia, crediamo che la direzione indicata dall’OCSE preferisca l’austerità e che gli strumenti che suggerisce non possono essere totalmente condivisi in quanto vanno a penalizzare esclusivamente i lavoratori e i pensionati, i cui redditi sono già ben compromessi dall’inflazione.

Entrando nel merito, l’OCSE pone in evidenza come la spesa pubblica del nostro paese sia troppo elevata, e che la voce di spesa relativa al sistema pensionistico sia la determinante più rilevante di uno squilibrio eccessivo rispetto alle entrate. Si pone l’accento inoltre sul debito pubblico, troppo elevato rispetto anche rispetto alla media europea.

La ricetta economica dell’OCSE suggerisce una riduzione della spesa (in primis quella pensionistica) e un aumento delle entrate (attraverso misure di riforma del fisco), da attuare mediante i seguenti strumenti:

 

Ridurre le spese Aumentare le entrate
Eliminare le forme di pensionamento anticipato Reintrodurre la tassazione sulla prima casa e aggiornare le rendite catastali
Confermare nel breve periodo la minore indicizzazione all’inflazione degli assegni

pensionistici più cospicui

Aumentare l’imposta di successione
Prevedere nel medio-lungo periodo l’introduzione di un “contributo di solidarietà” sulle pensioni elevate calcolate con il metodo retributivo (o misto) Limitare l’estensione dei regimi di “flat tax”
Inserire un requisito anagrafico per i beneficiari delle pensioni di reversibilità Contrastare l’evasione fiscale attraverso la promozione dei pagamenti digitali e la limitazione

del contante

Aumentare l’imposta di successione

 

Ciò detto, l’analisi dell’OCSE del sistema pensionistico italiano risulta incompleta, a tratti faziosa, e

le raccomandazioni inapplicabili. Nella stima della spesa pensionistica, non si tiene conto di componenti importanti della spesa pubblica, come forme di sostegno a privati, aziende, banche che minano la concorrenza e la cui onerosità non viene nemmeno messa in discussione.

Concentrandosi sulle cosiddette “pensioni d’oro”, l’analisi non tiene conto delle riforme del 1995 e 2011 che hanno già modificato il sistema previdenziale nella direzione indicata dalle stesse

raccomandazioni, ovvero legare l’età di pensionamento ai contributi versati oltre che all’età anagrafica. Al tempo stesso, l’insistenza sull’eliminazione della flessibilità pensionistica, er stessa ammissione dell’OCSE, intaccare diritti acquisiti – con il versamento dei contributi per tutta la vita lavorativa da parte dei lavoratori – presenta tratti di incostituzionalità, come incostituzionale sarebbe l’inserimento del requisito anagrafico per la pensione di reversibilità.

Dal lato delle entrate e della riforma fiscale, le raccomandazioni dell’OCSE sono condivisibili, ma per la UIL devono essere orientate non al semplice recupero del gettito, ma per riaffermare i principi costituzionali di progressività ed equità del sistema tributario, nonché per redistribuire il caro fiscale dai redditi da lavoro verso altre fonti, come i redditi da capitale, per appianare la forte discriminazione che c’è oggi tra le diverse forme di reddito e ricchezza. Anche il riordino delle agevolazioni fiscali, parzialmente avviato con la riduzione delle aliquote IRPEF da 4 a 3, è stato motivato solamente da esigenze di finanziamento.

In questo senso, considerata anche l’alta evasione ed elusione fiscale del nostro paese, la proposta di una patrimoniale sulla prima casa andrebbe a colpire chi le tasse già le paga, mancando quindi l’obiettivo preposto e anzi penalizzando ulteriormente gli onesti. Il contrasto all’evasione fiscale dev’essere la priorità assoluta, anche implementando le nuove tecnologie informatiche e permettendo la comunicazione tra le banche dati degli enti preposti ai controlli.

Per la UIL l’orizzonte dev’essere quello di allargare la base imponibile delle imposte, riducendo le tasse sul lavoro dipendente e da pensione. Al contempo, la via da percorrere non è assolutamente quella di penalizzare ancora una volta le pensioni, che ormai da più un decennio vengono usate come bancomat dai diversi governi che si sono succeduti.

Solo con politiche redistributive sarà possibile ridurre le diseguaglianze, drammaticamente cresciute come segnala l’OCSE stessa, e ridare dignità a milioni di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati.

Dipartimento Politiche economiche, Fiscali e Previdenziali UIL

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