La via è la meta: Storia, leggende e simbologie del Cammino di Santiago

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10.05.2023

Il cammino di Santiago è il terzo pellegrinaggio più importante della Cristianità, dopo quelli che portano a Roma e al Santo sepolcro a Gerusalemme. 

Da un punto di vista antropologico quello per Santiago è il pellegrinaggio per eccellenza; nei secoli ha assunto un’infinità di significati, ha raccolto un’enorme quantità di storie e in tutti i suoi chilometri di percorrenza leggenda, scienza, poesia, simbolismo, passato e presente si mischiano tra loro, si fondono, quasi riuscendo a pietrificare il tempo. Di tutti i pellegrinaggi quello per Santiago non è solo un percorso religioso, ma è una ricerca dell’io più profondo. 

Santiago de Compostela

Santiago de Compostela è il capoluogo della Galizia, una regione a nord ovest della Spagna ricca di storia e fascino, morfologicamente quasi non sembra un classico paesaggio spagnolo, ma assomiglia molto di più ai territori della Scozia e dell’Irlanda. Anche culturalmente si discosta parecchio dalla classica idea che si ha dei territori iberici, perché quelle zone, prima della conquista dei romani, erano abitate dai celti, le cui tradizioni e i cui legami con la natura si sono conservati fino ad oggi. 

San Giacomo il maggiore era uno dei dodici apostoli, fu soprannominato “il maggiore” proprio per essere distinto dall’altro apostolo Giacomo di Alfeo detto “il minore”. I Vangeli sinottici raccontano che Giacomo era il fratello dell’apostolo Giovanni con cui era in compagnia sulla riva del lago di Tiberiade quando Gesù li chiamò per andare con lui, fu uno dei tre apostoli che assistettero alla trasfigurazione di Gesù e secondo gli atti degli apostoli fu condannato a morte dal re Erode Agrippa in Galilea diventando così di fatto il primo apostolo martire. 

Un percorso tra le stelle

Dal momento della sua morte iniziarono a fiorire e diffondersi moltissime storie e leggende sul suo conto. Il teologo medievale Isidoro di Siviglia racconta che prima di tornare in Galilea Giacomo sarebbe stato a nord della Spagna per compiere opere di evangelizzazione. Altri racconti affermano che dopo la sua decapitazione il suo corpo venne trafugato dai suoi discepoli e portato in Spagna. La “Legenda Aurea”, una raccolta di biografie sulla vita dei Santi, risalente al Medioevo, del Frate Domenicano Jacopo Da Varazze, racconta che l’eremita Pelagio iniziò a vedere ripetutamente l’allinearsi di più stelle che sembrava gli indicassero un percorso, seguendo queste stelle e giunse sul monte Liberon in Galizia, posto in cui trovò i resti di un villaggio celtico e una necropoli. Avvertito il vescovo Teodomiro, iniziarono degli scavi e fu scoperta una tomba di epoca romana, che conteneva tre corpi, uno dei tre aveva la testa mozzata ed una scritta: “Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e Salomé”. Da allora il luogo del ritrovamento prese il nome di Campus stellae proprio perché indicato dalle stelle. 

Attorno all’anno 825, il re Alfonso il Casto partì da Oviedo con la sua corte per visitare la tomba del Santo e per questo viene considerato il primo pellegrino della storia. Egli ordinò la costruzione di una prima chiesa.  Negli anni successivi al ritrovamento del sepolcro si diffuse rapidamente nella tradizione popolare e religiosa l’immagine di Santiago Matamoros, che vedeva il Santo come condottiero della ribellione spagnola dal dominio islamico e soldato divino nella riconquista dell’Europa meridionale contro gli invasori musulmani. 

La vittoria dell’esercito cristiano

Secondo la leggenda nella battaglia di Clavijo (844), Santiago, su un cavallo bianco, avrebbe guidato alla vittoria l’esercito cristiano di re Ramiro I delle Asturie contro gli eserciti musulmani. Secondo un’altra leggenda San Giacomo comparve in sogno a Carlo Magno per suggerirgli quando e come attaccare la città di Pamplona per liberarla dai mussulmani. Come conseguenza di questo culto, la diocesi acquistò grande ricchezza e potere, tanto che nel 1095 il vescovo Diego Gelmírez iniziò la costruzione della nuova cattedrale, arricchendola con numerose reliquie. Iniziò così a diffondersi sempre più in tutta l’Europa la tradizione del pellegrinaggio presso il terzo luogo più “santo “sulla terra. Il posto dove fu eretta la cattedrale fu rinominato Santiago de Compostela.

Il cammino di Santiago originario

Il percorso “canonico” che i pellegrini percorrevano era quello che partiva dalla torre di San Giacomo a Parigi e attraversando 30 città si giungeva a Santiago, l’inizio di questo cammino però sempre più spesso prendeva il via da Pamplona. Nei secoli si sono diffusi moltissimi altri percorsi che i pellegrini potevano e possono percorrere per giungere nella capitale della Galizia, esemplari sono: il Camino Primitivo, con inizio a Oviedo, nelle Asturie, lungo 319 km e con la difficoltà maggiore di tutti i percorsi, attraversa paesaggi suggestivi e le tappe più importanti di questo itinerario sono Bilbao, Gijon, Luarca e Santander. Il camino Portoghese inizia a Lisbona, nei pressi della chiesa di San Giacomo o da Porto e a seconda che si decida di iniziare l’itinerario da Lisbona o da Porto, si percorreranno 610 o 227 km. Ruta de la Plata inizia a Siviglia e si percorrono oltre 900 km attraverso la regione dell’Andalusia, arrivando nella Castiglia, a Leòn e in Galizia.  il Camino del Norte è probabilmente il più difficile, attraversa i Paesi Baschi, inizia a Irun, sul confine della Francia, prevede 33 tappe, ed è lungo 800 km, passa per Bilbao, Santander e Ribadero, nella città di Arzúa si unisce al Cammino Francese per gli ultimi 40 km.

Da precisare è che sebbene il pellegrinaggio venisse fatto per andare a pregare sulla tomba di San Giacomo, quasi mai finiva a Compostela, infatti tutti i pellegrini continuavano il percorso per altri 87 km fino a giungere al mare a Fisterra (Finisterra), uno dei luoghi più a ovest del vecchio continente e perciò ritenuto dai popoli antichi uno dei più vicini al mondo ultraterreno. Proprio lì sono presenti i resti di un sito megalitico la cui costruzione è attribuita ai celti galati ed era considerato il luogo dove terminava l’arcobaleno del dio celtico Lug.

Le stelle toccanti l’orizzonte per salire in cielo

In quel luogo ogni il 25 luglio, giorno in cui si celebra San Giacomo, la linea “disegnata” in cielo dalle stelle della Via Lattea tocca l’orizzonte. Da questa coincidenza astrale si è sviluppata un’antica credenza, legata a culti druidi, che ritenevano che tutte le anime dei defunti nel corso dell’anno si recassero a Finisterrae e lì ogni 25 luglio adoperassero le stelle toccanti l’orizzonte come scala per salire in cielo. I segni di questo culto rimangono ancora oggi nell’iconografia del pellegrinaggio, infatti uno dei simboli classici del cammino che ogni pellegrino porta con sé per essere riconosciuto come tale è la conchiglia, un tipico simbolo marino che nulla ha a che fare con la località interna di Santiago.                                                                         

Rimanendo sempre nel campo astronomico si può notare che il cammino di Santiago nel suo percorso tradizionale combaci perfettamente con la posizione della Via Lattea visibile nel mese di luglio, simboleggiando la sua rappresentazione sulla terra. Questa indicazione la si trova anche sulla tomba di Carlo Magno su cui è raffigurato un percorso le cui linee sono composte da stelle. Ultima riflessione è sull’etimologia della parola Galizia che deriva proprio da galassia.

Spogliarsi dalle convinzioni sociali e lasciar emergere il vero io

Secondo interpretazioni che si rifanno alla metafora dell’alchimia quello di Santiago è un percorso iniziatico, e nel suo tragitto ci si spoglia di tutte le immagini e le convinzioni sociali per lasciar emergere il vero io dell’individuo, affrontando paure e preoccupazioni da lasciare per la via. Secondo neuroscienziati durante il cammino, in alcuni momenti, il cervello entra in una modalità di focus simile a quella riscontrata in stati di meditazione profonda o di attività sportive, quello stato che oggi viene comunemente definito mindfulness. Simbolo di questo percorso alchemico è l’usanza tramandata nei secoli di bruciare a Finisterrae gli abiti con cui si è percorso il cammino e gettarsi nell’oceano per purificarsi. Per molti studiosi, però, questa era un’usanza igienico sanitaria perché gli abiti indossati per mesi interi di cammino erano troppo maleodoranti, stessa ragione per cui all’interno della cattedrale è presente una delle più grandi incensiere del mondo, delle dimensioni quasi di una campana e che aveva lo scopo di non far diffondere il cattivo odore dei pellegrini all’interno della chiesa. Nonostante ciò, vedere oscillare questa incensiera all’interno della navata centrale della cattedrale durante le cerimonie è un momento unico.

Il percorso è la meta

Leggende, storia, simbologia, eventi si fondono in modo inestricabile a Santiago e lungo che vie del cammino, ed è difficile stabilire il confine tra reale e fantastico. Quando sono giunto fuori alla cattedrale ho avvertito come in nessun altro posto il senso dell’effimero e del predestinato ho percepito di come la vita del singolo individuo rapportata con tutti gli altri che sono esistiti, che esistono e che esisteranno è piccolissima cosa. Allo stesso tempo, però, ogni cosa che accade, per quanto insignificante, ha un proprio scopo, una propria funzione e accade perché deve, come il seme che muore per germogliare. Una sensazione strana che non turbava ma spingeva a sperare in un disegno superiore, non un sentimento necessariamente religioso, più una convinzione che non possa essere tutto come appare e ci sia un qualcosa di più grande dalle dinamiche della vita umana.

Credo che almeno una volta nella vita, anche per pochi chilometri il cammino vada intrapreso, ricordando come si dice da quelle parti che “il percorso è la meta”.

Francesco Lamonea, Officina Civile

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