Cambiamento climatico: i giovani sono i più preoccupati

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26.04.2023

Ormai il tema del cambiamento climatico è all’ordine del giorno. Tra eco-attivisti, notizie su disastri in giro per il mondo e previsioni o studi nefasti, non passano ventiquattro ore senza che si abbiano – volontariamente o meno – notizie sul cambiamento climatico. 

Non che sia una cosa sbagliata, al contrario: parlarne è importante per sensibilizzare ogni fascia di popolazione, per tenere il tema al centro dell’opinione pubblica e provare a indirizzare l’agenda politica. Ma questa informazione (anche se direi più il cambiamento climatico stesso, magari non direttamente) ha degli effetti chiari, soprattutto sulle nuove generazioni.

Cambiamento climatico ed eco-ansia

L’eco-ansia, nella letteratura scientifica e in particolare da Albrecht, è già stata definita come “la sensazione generalizzata che le basi ecologiche dell’esistenza siano in procinto di crollare”, quindi una preoccupazione e nei casi gravi vera paura e ansia. Secondo l’APA (American Psychological Association) è “una paura cronica del destino ambientale”. Una paura che, nei casi più gravi, può persino portare a disturbi della salute mentale.

Gli effetti sulle persone

L’eco-ansia è una condizione che, come detto, può portare a conseguenze più o meno serie per la salute mentale: se alcuni vivono episodi quotidiani di dolore e disperazione, altri soffrono persino di attacchi di panico forti e improvvisi, mentre per altri l’ansia per il futuro del Pianeta – e della nostra vita su di esso – porta addirittura a pensare che avere figli non sia più una scelta corretta dal punto di vista etico. In un Paese come il nostro, in cui le nascite vanno diminuendo da anni, evitare che la denatalità si intrecci al cambiamento climatico – magari attraverso politiche serie e a lungo termine che limitino questo tipo di ansia – dovrebbe essere basilare.

L’eco-ansia tra i giovani 

Recentemente la CBS News ha rilanciato uno studio sugli atteggiamenti nei confronti del cambiamento climatico di 10mila giovani tra i 16 e i 25 anni di tutto il mondo. Il risultato è che più di un/a giovane su due (il 59%) si dichiara molto o estremamente preoccupato per il cambiamento climatico, mentre il 45% ha ammesso una correlazione negativa tra l’eco-ansia e la propria vita quotidiana. Ma non è finita qui perché, a ulteriore testimonianza della sofferenza dei più giovani rispetto al futuro del Pianeta, troviamo 3 giovani su 4 (il 75%) che ritengono il futuro spaventoso e addirittura l’83% che afferma che le persone non siano riuscite a prendersi cura del Pianeta. 

Insomma, l’eco-ansia non è da sottovalutare: negli ultimi anni, tra pandemia e un futuro sempre meno stabile e più incerto per loro, la salute mentale delle nuove generazioni ha subito molti colpi importanti. Salvaguardarla – e, in questo caso, salvaguardare la Terra – deve essere la prima priorità: ognuno ha diritto alla salute mentale e alla felicità, ancor più se stiamo parlando del nostro futuro.

Riccardo Imperiosi, Direttore Giovane Avanti!

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