Austerità: 100 miliardi di tagli alla spesa pubblica nel 2025

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28.01.2024

La Confederazione europea dei sindacati (CES) ha recentemente pubblicato i dati basati sulle previsioni relative ai tagli che gli Stati membri dovrebbero apportare ai bilanci pubblici per rientrare nei limiti proposti dal Consiglio europeo nell’ambito della riforma fiscale dell’UE e che virano verso un ritorno dell’austerità.

Stando ai dati, riportati dalla tabella qui sotto e basati su una valutazione del think tank europeo specializzato in politiche economiche Bruegel, gli Stati membri dovrebbero tagliare un totale di 100 miliardi di euro nell’arco del 2025 per raggiungere gli obiettivi di riduzione del deficit entro quattro anni, con conseguenze negative, come più volte ribadito dalla UIL e dalla CES, sui servizi pubblici e lo stato sociale.

I Paesi più colpiti

Tra i paesi maggiormente colpiti vi sarebbero Francia (26 mld), Italia (25,4 mld), Spagna (13,9 mld), Germania (11 mld), Belgio (7,5 mld) e Olanda (6,4 mld). Gli Stati membri potrebbero chiedere di estendere il periodo di aggiustamento a sette anni (nella stessa tabella il confronto), ma questo comporterebbe il rischio di dover effettuare riforme economiche più dure e contrarie al benessere dei lavoratori e delle lavoratrici.

Come sostenuto dalla campagna UIL “Patto di stabilità? No grazie”, una rinnovata governance economica europea e la riforma del Patto di stabilità e crescita dovrebbero respingere il ritorno alle politiche di austerità e promuovere un modello economico e sociale più forte, incentrato sull’economia reale, sulla creazione di posti di lavoro di qualità, sul lavoro dignitoso e sulla ridistribuzione attraverso una tassazione equa e progressiva.

Invece di mortificare la capacità di spesa pubblica e di investimento degli Stati membri, con il rischio di aumentare le disuguaglianze e frammentare la coesione sociale ed economica europea, la governance economica dovrebbe convergere su temi quali la lotta all’evasione e all’elusione fiscale, la tassazione delle transazioni finanziarie e degli extra profitti, interventi necessari per reperire le risorse utili a sostenere la duplice transizione digitale e verde.

Le proteste dei sindacati europei

Sono state queste le ragioni e le preoccupazioni che hanno unito la UIL e i sindacati europei a manifestare insieme alla CES questo dicembre a Bruxelles durante un grande corteo contro le politiche di austerità ed in favore di un patto per la crescita.

In un contesto segnato da crisi multiple, con l’inflazione e la crisi dell’energia non ancora rientrate, e una difficile ripresa dall’esperienza drammatica della pandemia in termini di costo sociale, lavorativo ed economico, il ruolo solidaristico dell’UE e degli Stati membri dovrebbe riaffermarsi attraverso politiche vicine al mondo dei lavoratori, delle lavoratrici e dei pensionati, incluse le fasce più deboli della società.

Tabella: importi in miliardi di euro dei tagli alla spesa pubblica per paese in caso di piani di 4 o 7 anni

  4 anni              7 anni
Francia 26,1 14,2
Italia 25,4 13,5
Spagna 13,9 8,9
Germania 11 5,8
Belgio 7,5 4,5
Olanda 6,4 3,3
Polonia 4,4 3,5
Romania 4,3 2,9
Finlandia 2,4 603 milioni
Austria 2,3 1,4

 

Dipartimento Internazionale UIL

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