LA STORIA DI LORENZO E DEL SUO CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO
19.01.2022
Lorenzo ha 29 anni. Oggi festeggia una buona notizia: è stato assunto, finalmente, con un contratto a tempo indeterminato in una grande realtà aziendale.
Il che è un fatto positivo e che lascia ben sperare. Un giovane non è più nel mare del precariato. Tutto bene, dunque, se non fosse che Lorenzo, lavora già da oltre 6 anni. Non ha scelto di continuare l’università dopo il diploma. Dopo un anno di “prova” ha capito che la strada accademica non era la sua. Ha scelto di formarsi in altro modo, provando mille strade, incrociando decine di impieghi, dall’ormai classico step nel mondo dei call center a tante altre piccole esperienze.
In mezzo, anche tentativi di costruire un percorso di autoimprenditorialità. Farsi da sé, insomma. Non ci è riuscito: difficoltà economiche, un ascensore sociale un po’ rotto, un contesto generale, quello del Sud Italia, non del tutto favorevole a chi non ha i famosi santi in paradiso.
I primi passi nel mondo del lavoro, insomma, li ha mossi realmente all’età di 23 anni. E a quell’età, si sa, tutto fa brodo. Anche il famoso “lavoretto”. Poi, però, gli anni passano, le aspettative crescono, le ansie diventano enormi. Si fa presto a passare dall’essere un ventenne affamato di vita a un trentenne affamato e basta.
Però, il lunario si deve sbarcare: non si può essere figli per sempre.
Di lì in poi, quindi, la giungla: contratti a tempo, collaborazioni evanescenti, periodi di Naspi, periodi di progetti, periodi di depressioni, periodi di speranze quando un nuovo lavoro faceva capolino. Tanto impegno, tanta dedizione. E non solo nella ricerca di un lavoro “purchè sia”. Anche, forse soprattutto, nella costruzione di un percorso, di una identità.
I fallimenti ci sono stati. I momenti bui anche.
Dopo sei lunghi anni, però, è riuscito a firmare un contratto a cui forse un po’ aveva inconsapevolmente rinunciato: il contratto a tempo indeterminato.
Un traguardo. Viene solo da chiedersi, perché, per un giovane lavoratore il contratto a tempo indeterminato debba essere la fine di un’odissea e non l’inizio di un percorso di valore.
Probabilmente qualcosa non funziona. E va cambiata.
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L'Appunto
di Pierpaolo Bombardieri

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