Veronese: “Contro la precarietà, rivedere gli strumenti di ingresso”

2' di lettura
Mi piace!
0%
Sono perplesso
0%
È triste
0%
Mi fa arrabbiare
0%
È fantastico!!!
0%

19.05.2022

Nel I quadrimestre 2022, si registra il 79,8% di ore di cassa integrazione in meno rispetto allo stesso periodo del 2021.

L’ammortizzatore sociale che ha fortemente sostenuto occupazione e imprese nel peggior periodo della pandemia, sta gradatamente tornando a livelli pre crisi. Tra gennaio e aprile, le autorizzazioni hanno raggiunto 250 milioni di ore, un numero marcatamente più basso rispetto allo stesso periodo di un anno fa quando ammontavano ad oltre 1,2 miliardi.

E’ forse un piccolo passo verso la normalità e la ripresa del sistema produttivo, ma tante, anzi ancora troppe, sono le piccole e grandi realtà imprenditoriali e occupazionali in crisi. Inoltre, l’entrata in vigore della Riforma degli ammortizzatori sociali, senza quella necessaria fase transitoria di passaggio da un regime all’altro, più volte da noi richiesta, sta già facendo emergere i primi segnali di difficoltà e criticità per quelle piccolissime aziende che, per la prima volta, accedono al FIS, con un elevato numero di domande respinte che fortunatamente verranno riesaminate dalle strutture territoriali dell’Inps.

Dobbiamo inoltre segnalare il preoccupante dato di crescita nei primi mesi di quest’anno, rispetto all’anno scorso, delle domande di Naspi (+25,7%) e di DisColl (+4,1%). Nel 2021 abbiamo avuto oltre 2,4 milioni di lavoratrici e lavoratori percettori di Naspi. Persone, prima che lavoratrici e lavoratori, che sono alla ricerca di un lavoro e per le quali il nostro sistema deve offrire soluzioni di reinserimento. Ma non posti di lavoro temporanei, precari!

Purtroppo, continuiamo a leggere dati che mostrano un sistema produttivo che continua a “investire” più sulla temporaneità/precarietà lavorativa che sulla stabilità occupazionale. Nel primo bimestre dell’anno, pur in presenza di un aumento del 40% dei nuovi contratti di lavoro, solo il 22,7% è avvenuto con contratti a tempo indeterminato e la quota di apprendistati si conferma la più bassa.

Non è sufficiente parlare di contrasto alla precarietà, occorre agire con una rivisitazione degli strumenti di ingresso.

 

Roma, 19 maggio 2022

Articoli Correlati