Veronese: “La sola patente a crediti non basta: per la sicurezza serve altro”
28.04.2024
Oggi è la Giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro. L’attenzione su questo tema non è mai stata così alta come in questi mesi. Ha trovato posto persino sul palco più seguito d’Italia, quello di Sanremo.
Eppure, dopo Brandizzo, Firenze, Suviana, i dati continuano a essere impietosi: solo nei primi due mesi del 2024 già abbiamo un aumento del 19 per cento delle denunce di infortuni mortali rispetto allo stesso bimestre dello scorso anno.
Sono molte le ragioni del tanto pressapochismo, della tanta ignoranza, spesso della tanta malafede, che sono così diffusi nei luoghi di lavoro in materia di salute e sicurezza. Ragioni di origine diversa e spesso intrecciate. La mancanza di cultura, la massimizzazione del profitto, la faciloneria sul rispetto delle regole, la scarsa considerazione della vita umana, soprattutto dei più deboli, delle persone senza alcuna tutela.
Davvero la soluzione che il Governo pensa di dare a questa strage – lo ribadiamo: più di mille morti ogni anno, senza contare gli infortuni gravi e le malattie professionali – è la sola “patente a crediti”? Perché è su questo che si è voluto incentrare la discussione con le parti sociali, l’unico tema su cui siamo stati convocati, peraltro a cose fatte. Una proposta con molte mancanze e troppa burocrazia, lontana anni luce da quella avanzata da noi tempo fa.
Ma non vogliamo rischiare di perdere di vista l’obiettivo, che per noi è sempre stato “Zero morti sul lavoro”, per cui chiediamo: anche se questa proposta fosse stata progettata correttamente, si rende conto l’Esecutivo di quanto sia complesso il fenomeno che dobbiamo sradicare? Pensare di farlo con una singola misura, peraltro con evidenti limiti nella sua formulazione, equivale a voler svuotare il mare con un bicchiere.
Le lavoratrici e i lavoratori si meritano ben altre risposte: si meritano un lavoro sicuro, che non metta a repentaglio la propria salute e che consenta di vivere la propria vita in modo dignitoso.
Su questo, ancora non abbiamo risposte.
Roma, 28 aprile 2024
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