La turisticizzazione: Il turismo che prende in ostaggio le città

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01.08.2022

Nelle città italiane si vedono sempre più turisti. Bello no? Insomma. Perché questo fenomeno ha un rovescio della medaglia problematico e difficile da trattare: per ogni turista che arriva in uno dei tanti e meravigliosi centri storici italiani, un residente se ne va, lasciando l’appartamento in affitto.

La turisticizzazione: cos’è?

Questo tipo di trasformazione turistica delle città prende il nome di “turisticizzazione”. Appare abbastanza ovvio come svuotare le città dai residenti significhi anche svuotare le città del loro più importante tessuto sociale, lasciare che il turismo di massa – tra l’altro spesso di brevissima durata – basato su un consumismo sfrenato “prenda in ostaggio” le nostre città, togliendole ai cittadini e prospettando ricadute devastanti sul piano abitativo e dello spazio urbano in generale.

Tanto per citare un paio di esempi in due importanti città italiane: a Venezia sono circa 8500 gli appartamenti in affitto su AirBnB. Il totale in città è di circa 40 mila, significa che quasi un appartamento su quattro è abitato da turisti e non da persone che vi risiedono; a Firenze – vedremo in seguito la reazione del Sindaco – ci sono più di 9200 appartamenti in affitto turistico, per la maggior parte nel centro storico. Numeri che la pongono come seconda città in Europa subito dopo Parigi per numero di alloggi offerti su AirBnB in rapporto al numero dei residenti.

Perchè i residenti se ne vanno?

Spesso non è esattamente così. Tanti grandi gruppi immobiliari speculano su questo fenomeno acquisendo grandi palazzi nei centri storici e mettendo i singoli appartamenti in affitto su AirBnB. Altre volte, invece, sono proprio i singoli residenti che, avendo magari ricevuto un appartamento in eredità, decidono di affittarlo per periodi brevi ai turisti, una scelta che secondo loro – ma non secondo i dati – riduce il rischio di morosità di un eventuale affitto a lungo termine e, soprattutto, aumenta le rendite nei periodi di maggior afflusso turistico.

La ricerca “Airification” condotta dal Laboratorio dati economici storici territoriali dell’Università di Siena mostra, infatti, come una percentuale decisamente esigua di affittuari, circa il 5%, abbia guadagni elevati dall’affitto turistico mentre il restante 95% abbia guadagni minimi e talvolta persino inferiori a quelli di un canone di locazione annuo tradizionale.

Le norme cosa dicono?

Nel famoso DL Aiuti è presente un emendamento per cui il Comune di Venezia potrà mettere un limite al numero dei B&B. Potrebbe accadere la stessa cosa nel resto del Paese se venisse definitivamente approvata la proposta di legge di iniziativa popolare firmata dal Sindaco di Firenze Dario Nardella, che propone due possibilità di normativa: la prima che prevede un tetto massimo alla durata degli affitti, l’altra – proposta dal Ministro Franceschini – prevede di fissare un tetto massimo ai letti o appartamenti da affittare ai turisti per evitare di dare agevolazioni fiscali a chi è imprenditore e si nasconde dietro al velo dei B&B.

La progressiva turisticizzazione sta quindi cannibalizzando le nostre città, svuotandole del loro tessuto sociale e costringendo i loro residenti a spostarsi nei comuni limitrofi, i quali spesso non sono pronti ad accogliere questo tipo di migrazioni di massa e subiscono anch’essi una trasformazione urbana e sociale. Dovremmo pensare anche alle nuove generazioni, che spesso si trovano costrette non solo a spostarsi, ma anche a perdere i loro spazi di aggregazione e a subire quella trasformazione urbana mirata a eliminare gli spazi comuni per fronteggiare una domanda di alloggi sempre più ampia, senza infine considerare le difficoltà aggiuntive che tutto questo comporta per “andar via di casa” e trovare una sistemazione indipendente dalla propria famiglia.

Riccardo Imperiosi, Giovane Avanti

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