TikTok: il social bandito

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18.03.2023

TikTok, il social cinese nato nel 2014, spopola sempre di più tra giovanissimi e non, con quest’ultimi che sembrano aver “saltato” Instagram per passare direttamente da Facebook al social in questione. Lo stesso non possiamo dire tra le istituzioni, che ultimamente sembrano fare a gara per proibirne l’uso ai propri dipendenti e rappresentanti.

Gli scandali

TikTok negli ultimi anni è stato al centro di diversi scandali: dalle trattenute elevatissime (il 70%) sulle donazioni ai profughi siriani, al meccanismo di riconoscimento facciale degli uiguri – perseguitati dal governo cinese – fino ai dubbi sulla sicurezza dei dati, per cui si ipotizza uno stoccaggio di massa da parte del governo del recentemente rieletto Xi Jinping.

Proprio la protezione dei dati personali, ancor più sensibili nel caso di dispositivi governativi, è al centro di enormi discussioni negli ultimi anni. La loro vendita in grandi “pacchetti” e il successivo trattamento (vedere il caso Cambridge Analytica) spesso risulta decisiva per le più grandi manovre politiche nazionali e internazionali, come nel caso Brexit. La loro protezione è sempre più fondamentale e, appunto, al centro della decisione della Commissione europea di vietarne l’uso ai propri dipendenti.

La Commissione europea

Come detto poc’anzi, la Commissione europea e il Consiglio europeo hanno chiesto a tutti i dipendenti di disinstallare TikTok dai dispositivi aziendali personali registrati nel servizio della Commissione per i dispositivi mobili entro il 15 marzo 2023. Thierry Breton, Commissario europeo per il Mercato interno, ha dichiarato che “la Commissione europea è un’istituzione e ha fin dall’inizio del mandato un’attenzione molto forte alla cybersicurezza per proteggere i nostri colleghi e, naturalmente, tutti coloro che lavorano qui nella Commissione, ed è a questo proposito che a volte prendiamo alcune decisioni. E questa decisione è stata presa per assicurarsi che nel contesto che abbiamo oggi dove vediamo molta attività nella cybersicurezza. Siamo estremamente attenti a proteggere i nostri dati”.

Insomma, l’ennesima stretta occidentale al social cinese. Limitazioni che si stanno sempre più intensificando in tutto il mondo, complici anche i sempre più frequenti cyber attacchi e la relativa prevenzione.

Canada, USA e Olanda

Solo pochi mesi fa, nel 2022, è stato direttamente il Presidente Biden a chiedere ai dipendenti della Casa Bianca e a tutto l’apparato federale di procedere alla disinstallazione dell’applicazione da tutti i cellulari in uso ai dipendenti federali. Proprio negli USA, a proposito di scandali, non molto tempo prima esplose il caso riguardante il furto di dati di due giornalisti, a cui venne persino rubato l’indirizzo IP (permettendo quindi ai malviventi di conoscere la posizione geografica dei dispositivi).

Anche il Canada ha ordinato ai dipendenti e membri del governo di disinstallare l’applicazione, mentre l’Olanda lo ha solo “vivamente consigliato”.

E l’Italia?

A chiarire la situazione italiana ci ha pensato lo stesso Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, che ha recentemente dichiarato a un convegno che le sue erano solo perplessità sulla sicurezza del social – che restano comunque da chiarire – viste le recenti decisioni di Stati Uniti e Commissione europea. Non ci sarà quindi alcuna interruzione dell’uso di TikTok per i dipendenti della Pubblica amministrazione, “non spetta al ministero il divieto sull’uso di TikTok”, aggiungendo di dover “chiarire il misunderstanding ai dipendenti pubblici”.

Insomma, a discapito dell’immensa popolarità mondiale il social di Pechino sembra sempre più preso di mira dalle istituzioni internazionali. Direi a ragion veduta a giudicare dai numerosi scandali che lo hanno visto protagonista, e soprattutto estremamente vicino al governo cinese. In un momento in cui i conflitti e le diatribe internazionali si spostano sulla rete, con furti, manipolazioni di dati e cyberattacchi, la protezione dei dati è fondamentale per ogni governo e istituzione.

Riccardo Imperiosi, Direttore Giovane Avanti!

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