Spreco alimentare? La Spagna dice basta!
04.08.2022
Buttare il cibo è peccato. Questa è una grande verità popolare fino ad ora rimessa al buon senso di ciascuno. Ma in Spagna potrebbe diventare legge. Il governo socialista di Sanchez ha proposto un capillare provvedimento legislativo contro lo spreco alimentare. C’è grande ottimismo sulle possibilità della sua approvazione che rivoluzionerebbe la filiera produttiva alimentare nazionale.
Cosa prevede?
Infatti, se approvata, le medie e grandi imprese dal 2023 avrebbero l’obbligo di trasformare la frutta non vendibile in marmellata e succo. Dovrebbero anche stabilire dei piani anti-spreco e portare avanti corsi di formazione del personale. I ristoranti, invece, dovrebbero dotarsi di Doggy bag, in materiale sostenibile, per portare via gli avanzi. Infine, il progetto di legge non trascura neanche la responsabilità del singolo cittadino, prevendendo grandi campagne di sensibilizzazione. Queste sono solo alcune delle disposizioni in bozza, che includono delle multe salatissime, fino a 500 mila euro. A guidare l’azione di riforma di Sanchez sono le direttive europee dell’Agenda 2030 che fissano l’obiettivo di dimezzare lo spreco nei consumi, ricostruendo a ritroso la filiera del consumo alimentare.
Lo spreco alimentare è un’emergenza.
È una mossa etica con cui Madrid vuole fare scuola in Europa. E sicuramente l’Europa ha bisogno di una lezione. Ogni anno vengono buttate circa 87,6 milioni di tonnellate di cibo, quando nel mondo sono milioni le persone che soffrono la fame o la malnutrizione. Un paradosso senza scusanti che i socialisti spagnoli vogliono abolire. Progettano di farlo anche incentivando la vendita di prodotti che rispettino i reali cicli naturali senza l’uso di dissertanti, pesticidi o altre soluzioni chimiche. Sono quella frutta e quella verdura che non appare “perfetta”, ma che in realtà è più salutare. Promuovere l’indifferenza verso l’aspetto estetico può sembrare una banalità, eppure non lo è affatto. Gran parte delle 1.300 tonnellate di cibo sprecato in Spagna ogni anno è gettata proprio perché brutta. Un’altra agghiacciante vergogna dell’opulenza occidentale.
E in Italia?
La situazione nostrana non fa ben sperare per imminenti riforme antispreco. L’unica iniziativa affine è quella del 14 settembre del 2016 (legge 166/2016). Si tratta di una legge che punta esclusivamente sull’educazione alimentare nelle scuole e sulle campagne di comunicazione ad hoc. Va poco oltre prevedendo la riduzione della tassa rifiuti per chi dona cibo e favorendo la Doggie bag nei ristoranti. Dunque, è ancora estremamente debole la presa di coscienza sul problema. E non perché possiamo vantare un comportamento più virtuoso. In Italia, ciascun abitante, butta 67 chili di cibo all’anno, per un totale di 4 milioni di tonnellate di spreco. Ci siamo dentro con tutte le scarpe, ma non ci muoviamo ancora di un passo.
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