Trent’anni dal primo SMS della storia

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10.12.2022

Era il 3 dicembre del 1992 quando l’ingegnere britannico Neil Papworth inviò il primo SMS della storia, degli auguri di Natale (Merry Christmas) al collega Richard Jarvi. Una data simbolica, quella trascorsa da qualche giorno appena, che ha segnato per sempre il nostro modo di comunicare, probabilmente persino le nostre abitudini.

La prima tecnologia

Internet praticamente non esisteva, il primo sito sul World Wide Web venne lanciato solo l’anno precedente, come hanno potuto scambiarsi dei messaggi? Attraverso la rete GSM (Global System for Mobile Communications), un sistema di comunicazione basato sull’algoritmo sviluppato da Andrew Viterbi di codifica delle trasmissioni digitali nato solo pochi anni prima: risale al 1987 infatti la ratifica (in Danimarca a Copenhagen) dell’accordo per la diffusione del sistema tra i primi 13 paesi europei, ma solo al 1991 la prima telefonata sulla rete, effettuata dal Primo Ministro finlandese Harri Holkeri e la vice Sindaca di Tampere Kaarina Suonio. La prima rete fisica fu costruita proprio in Finlandia da Telenokia e Siemens per conto dell’operatore Radiolinja (oggi Elisa Oyj). In Italia arrivò nel 1992.

L’arrivo di internet

Già nel 1997 apre il sito web SMS.it, prima piattaforma a consentire l’invio di messaggi tramite internet, ma è solo con l’arrivo del nuovo millennio che si consolida il nuovo mezzo per comunicare, anche grazie all’esplosione dei social network alla fine degli anni Dieci. Nel 2009 infatti fu fondata la regina delle applicazioni di messaggistica: Whatsapp. Inizialmente disponibile solo su Android e fino al 2016 a pagamento (solo 0,89 centesimi all’anno). Ad oggi la piattaforma è di proprietà di Meta – il gruppo di Facebook e Instagram – dal 2014 a fronte di un investimento da quasi 20 miliardi.

Le applicazioni più usate

Al giorno d’oggi la messaggistica istantanea è letteralmente esplosa, ci sono centinaia di piattaforme che consentono lo scambio in tempo reale di messaggi attraverso internet: oltre a Whatsapp, che ha due miliardi di utenti attivi al mese, sono degne di nota Facebook Messenger, il servizio in-app del social di Zuckerberg che ha un miliardo di utenti unici attivi di un miliardo, Snapchat e Telegram, entrambi con poco più di mezzo miliardo di utenti mensili e infine Wechat, colosso cinese non diffusissimo oltre la Grande Muraglia ma che raggiunge comunque un miliardo e 250mila utenti mensili. Solo guardando il tempo medio passato sull’applicazione ci rendiamo conto del dominio di Whatsapp: quasi 12 ore al mese, Messenger solo un’ora e 20 minuti al mese.

Quanto tempo ci occupano i messaggi?

Secondo il Simple Texting SMS Marketing Report, leggere e rispondere ai messaggi è l’attività sulla quale trascorriamo più tempo al telefono (76,6%), seguita dalla navigazione sui social (63,8%), attività che comunque implica la comunicazione. Infatti, più di una persona su due (52,7%) controlla i messaggi sul telefono – non si parla di rispondere direttamente a un singolo messaggio – almeno undici volte al giorno, il 14,6% lo fa addirittura più di venti volte. Nell’era dell’iperconnessione rispondere ad un messaggio diventa un impegno immediato: oltre l’85% delle persone lo fa entro cinque minuti, addirittura una su tre entro un minuto dall’arrivo del messaggio.

Non è difficile immaginare perché la Treccani ha inserito il neologismo smombie – incrocio tra smartphone e zombie, indica quel fiume di persone che camminano a testa bassa, magari non accorgendosi di quel che succede intorno, mentre usano il loro telefono – nella nuova edizione. Tra un uso sempre più smodato dei social media e delle app di messaggistica, ci avviamo alla fase cruciale della rivoluzione digitale, quella in cui generazioni native digitali si renderanno protagoniste del definitivo cambiamento della comunicazione interpersonale: meno realtà, più digitale, più connessione. Lo abbiamo visto nella pandemia con il boom delle piattaforme di videochiamate, lo vedremo sempre più nella quotidianità.

Riccardo Imperiosi, Direttore Giovane Avanti!

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