Mare Fuori: a tu per tu con Giovanna Sannino, Carmen nella fiction

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16.03.2023

Giovanna Sannino, giovanissima attrice della serie tv del momento “Mare Fuori”, è originaria di Napoli. Grande interesse per le arti in generale, ma il teatro nello specifico è anche una delle autrici che hanno contribuito alla nascita di Giovane Avanti!, essendo presente sin dal primissimo numero. L’abbiamo intervistata per Terzo Millennio.

Mare Fuori sta avendo un successo inaspettato all’esordio: siamo arrivati alla terza stagione, altre sono in arrivo e – dulcis in fundo – Carmela (moglie del giovane camorrista Edoardo Conte) è sempre più centrale nella trama.

Come ci si sente a esordire in Rai e sul piccolo schermo con tutto questo successo? 

Sicuramente, il successo di Mare Fuori è un’emozione fortissima. Perché è stato tutto così inaspettato, in così breve tempo. Tutti noi siamo riusciti a raggiungere l’anima e il cuore di tante persone, con tutto il nostro impegno e attraverso un lavoro meraviglioso, potente, empatico e sociale. Ovviamente, ci sono alti e bassi perché è un lavoro pieno di complicazioni, difficoltà, di momenti di stasi, ma anche di tanti momenti in cui si viaggia a tremila. I momenti di “tutto” alternati a quelli fatti di “niente” creano degli alti e bassi, positivi e negativi ma è il bello di questa vita. Il non avere certezze è un brivido con cui ogni attore deve fare i conti. 

Tra i tanti motivi del successo della serie quali sono secondo te quelli più importanti? 

Credo che si potrebbe scrivere un libro sui motivi del successo di Mare Fuori. Sono tantissimi. É un progetto che parte già vincente perché racconta un’altra faccia della medaglia. Penso che Mare Fuori abbia portato il sole su Napoli dopo un’onda di prodotti cinematografici e televisivi che hanno determinato un annebbiamento del calore napoletano. Mare Fuori ha spostato questa nuvola grigia per far uscire, finalmente, il sole su Napoli attraverso l’emozione, l’empatia, l’attenzione a determinate storie. Non c’era la pretesa di raccontarle soltanto ma anche di risolverle, di far conoscere delle realtà lontane dal quotidiano e di portarle su un piano molto più vicino a tutti noi. Tutto questo ha permesso a tante persone di interfacciarsi con queste realtà che vengono spesso lasciate nel dimenticatoio e quindi di potersi attuare per dare una mano. C’è un’attenzione all’anima di questi ragazzi che io definisco “interrotti”. Dietro tutte queste storie, all’interno degli istituti penitenziari che spesso sono considerati luoghi di abbandono e tristezza, c’è l’intento di sottolineare anche il grande lavoro fatto da persone competenti che spendono il loro tempo per cercare di donare una possibilità a questi ragazzi. 

Purtroppo, al di là della fantasia della narrazione, il mondo di Mare Fuori è reale. La narrazione che si cerca di dare è quella di ragazzini che crescono troppo in fretta, costretti dal contesto sociale e perciò come se non fossero totalmente consapevoli della situazione che vivono. Il messaggio che passa è che nessuna scelta è obbligata fino in fondo, esiste sempre un’alternativa e non è mai troppo tardi per cambiare strada, per quanto difficile possa sembrare. 

Sono assolutamente d’accordo. Uno dei punti di forza di Mare Fuori è proprio il potere di scegliere. Questi ragazzi non hanno la possibilità di tornare indietro e cambiare il percorso a cui credevano di essere predestinati sin dalla nascita. Attraverso l’aiuto della cultura, di persone che li sostengono e amano, riescono a conoscere un punto di vista diverso, un punto dato dall’affetto e dalla dedizione nei loro confronti. Mare Fuori porta avanti due tipi di messaggi. Prima di tutto, nessuno si salva da solo. Dobbiamo accettare di essere vulnerabili e soprattutto mortali e non onnipotenti. Dobbiamo accettare l’aiuto di chi ci tende la mano. Inoltre, non c’è scelta che non possa essere cambiata. Non c’è un futuro già scritto e stabilito. Tutto può essere cambiato

Il mondo della criminalità organizzata è una realtà parallela, con leggi e regole proprie, soprattutto morali. Quanto è difficile entrare in queste logiche per interpretare al meglio il personaggio? 

Entrare nei panni di un personaggio, di un’anima che è completamente distante da te è uno degli elementi più interessanti del mestiere dell’attore. Ti consente di sperimentare luoghi e di vivere vite che altrimenti non vivresti mai. Abbiamo fatto un lavoro preliminare in cui non siamo partiti con un giudizio, una critica e una negazione di queste realtà. Abbiamo accolto in toto i personaggi, accogliendo ogni sfumatura diversa e non cadendo negli stereotipi che possono far morire un’anima ed un progetto.     

Un’altra importante componente psicologica dei personaggi è la voglia di riscatto. Abbiamo già parlato delle difficoltà e dei contesti che spingono questi ragazzini sulla strada sbagliata. Sono proprio queste difficoltà il combustibile del fuoco interiore che li porta a cercare una vita migliore. In alcuni casi con mezzi leciti (come nel caso di Pirucchio e Carmine), in altri con mezzi sbagliati (come il primo Mimmo e la quasi totalità degli altri protagonisti). Poi ci sono altri che viaggiano costantemente tra queste due strade, come Silvia o Filippo e Naditza. Cosa ne pensi della voglia di riscatto (e della sua pericolosità) di questi ragazzi? 

C’é assolutamente una voglia di riscatto da parte di tutti i personaggi della serie che non si accontentano di essere condannati ad una vita che, in realtà, non vogliono vivere. Si sentono intrappolati in una ragnatela che non sono riusciti ad intercettare prima di entrare in contatto con realtà criminali. La voglia di riscatto non può essere considerata un elemento rischioso. Questi sono ragazzi che camminano sempre sul filo del rasoio. Vivono nella paura di dover rinnegare delle origini che, anche se sono sbagliate, spesso rappresentano dei legami di sangue molto saldi. La voglia di riscatto è ciò che rende Mare Fuori una serie diversa che porta con sé la bandiera della speranza. Per quanto riguarda Carmela, credo che in lei ci sia tanta voglia di amore più che di riscatto. Cerca un amore passionale e soprattutto pulito che purtroppo non riesce a trovare. Non perché Edoardo sia un personaggio sbagliato nella sua vita ma perché il loro è un amore non destinato ad esplodere. 

Chiudiamo con una tua riflessione sulla serie. 

Resterò sempre grata e legata a Mare Fuori, qualunque sia il mio percorso artistico in futuro. Questa serie mi ha dato la possibilità di iniziare, in maniera professionale, un percorso che fino a quel momento era un sogno, per me. Questa serie mi ha dato l’occasione di espormi davanti ad un pubblico che sta iniziando a volermi bene; mi ha dato lo spazio per condividere tutte le mie idee.  Mare Fuori è un progetto vincente. Se pensiamo al titolo, il mare sta al di fuori delle nostre mura, dalle nostre menti, dai nostri schemi. Il mare è sinonimo di libertà, di speranza, di prosperità, di vita. 

A cura di Riccardo Imperiosi (Direttore Giovane Avanti!) con Giovanna Sannino.

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