Lo schema Ponzi
15.06.2022
Guadagni altissimi e velocissimi, un metodo (quasi sempre) infallibile anche se truffaldino. Ecco che cos’è lo schema Ponzi, come riconoscerlo e perché evitarlo.
Che cos’è lo schema Ponzi?
Da definizione lo schema Ponzi è un modello economico piramidale truffaldino in cui i guadagni – inizialmente con ampio margine di rendimento – dei primi vengono ripagati coi soldi dei nuovi investitori, che alimentano la catena.
Perché si chiama così?
Il modello prende il nome dal ravennate Carlo Ponzi, che una volta emigrato in America e iniziato un business di rivendita di coupon per francobolli, apre una propria società promettendo tassi di rendimento sugli investimenti del 50% in 3 mesi, numeri ovviamente fuori mercato. Sono molte le persone che credono al progetto e già nel 1920 – tredici anni dopo il suo sbarco in USA – ha accumulato un patrimonio di centinaia di migliaia di dollari (qualche milione al giorno d’oggi). Ponzi però, per ripagare i rendimenti promessi utilizza il denaro dei nuovi investitori. Viene scoperto da un giornalista del Wall Street Journal, Clarence Barron. Barron calcolò che per ripagare i guadagni promessi avrebbe dovuto vendere 160 milioni di coupon, una cifra esageratamente superiore ai 27mila coupon disponibili in circolazione. Ponzi fu poi accusato di circa 86 reati e, una volta scontata la pena, si trasferì in Italia e a Rio, dove morì in povertà nel 1949.
Come funziona esattamente e come si riconosce?
Possiamo riassumere il modello in quattro fasi: nella prima al potenziale cliente viene promesso un investimento con rendimenti superiori ai tassi di mercato, in tempi ravvicinati; nella seconda viene restituita parte della somma investita dopo poco tempo, aumentando la fiducia dell’investitore; nella terza, spargendosi la voce dell’investimento molto redditizio, altri clienti cadono nella rete in espansione e nel frattempo si continuano a pagare gli interessi con i soldi via via incassati; nella quarta e ultima fase, le richieste di rimborso superano i nuovi versamenti, portando il modello al collasso.
Ci sono diverse caratteristiche in comune tra gli schemi di questo tipo, conoscerle sarà utile per evitarle:
- Buona accessibilità, permette a più persone di entrare nella rete. Solitamente si può iniziare con poche centinaia di euro;
- Garanzia di risultati straordinari e costanti nel tempo, ad esempio un 20% al mese. Ciò non sarà ovviamente possibile, a meno che non vi troviate nella parte alta della piramide;
- Impegno minimo, di solito vengono promessi alti guadagni senza fare pressoché niente;
- Business non chiaro. Quasi sempre si tratta di un business sconosciuto, poco chiaro, che sfrutta un trend del momento;
- Comunicazione aggressiva. La comunicazione e il marketing di questi business sono molto aggressivi. “Guadagna mentre dormi” o “Realizza il tuo sogno”;
- Poche informazioni, di solito neanche una partita IVA o altre informazioni sull’azienda;
- Incentivi a portare nuovi affiliati, di solito in denaro.
Lo schema Ponzi e le crypto
Da anni la facilità di investimento nelle criptovalute rappresenta un terreno fertile per gli schemi Ponzi. Ad esempio, nel 2018 la piattaforma Bitconnect prometteva a chi lasciava in consegna le sue criptovalute ritorni molto alti per molti mesi, oltre a incentivi in denaro a chiunque avesse portato nuovi investitori nella rete. Il 17 gennaio 2018, dopo due ingiunzioni delle autorità statunitensi, la piattaforma chiude i battenti.
Giovane avanti
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di Pierpaolo Bombardieri

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