Intelligenza artificiale: un supporto anche per i diversamente abili
12.07.2023
Nel bel mezzo di una delle più importanti rivoluzioni tecnologiche della storia, le scoperte in aiuto della medicina e dell’assistenzialità in generale vanno moltiplicandosi esponenzialmente di giorno in giorno: robotica, metaverso, intelligenza artificiale e chi più ne ha più ne metta. Oggi parliamo proprio dell’IA e di un nuovo, fondamentale, utilizzo nell’ambito della diagnosi e cura dei disturbi autistici.
Healios
Un nuovo sistema di telemedicina per la diagnosi, l’assistenza e la cura a distanza di bambini con disturbi dello spettro autistico. Questo è Healios (dall’inglese “heal”, in italiano “cura”), una nuova start-up britannica – ma con una mente italiana – che permette ai genitori di far seguire i propri figli comodamente seduti sul divano di casa, incontrando i medici online ed essere seguiti attraverso l’uso di strumenti scientificamente validati.
La crescita nella pandemia
La pandemia e il conseguente isolamento forzato, hanno permesso la crescita impressionante di Healios, la cui mente (almeno quella dietro agli algoritmi) è l’informatico laureato e dottorato a Pisa Davide Morelli. Proprio lui si sofferma sulla crescita della compagnia: “Healios è cresciuta molto durante la pandemia in Gran Bretagna per evitare che le famiglie fossero abbandonate nel loro percorso. Ma è sempre più usata anche al di fuori dell’emergenza, sostanzialmente perché permette di ridurre drasticamente i tempi di attesa per una diagnosi”. Non si tratta di una semplice videochiamata ma di un vero e proprio “percorso completo diagnostico e terapeutico”, ad oggi certificato anche dall’NHS (Servizio sanitario inglese), che mette a disposizione Healios alle famiglie.
Le implicazioni della telemedicina
In un futuro sempre più tecnologico e con la popolazione che andrà inevitabilmente a crescere, appare inevitabile soffermarsi sull’importanza della telemedicina e di quella domiciliare: le grandi strutture sanitarie sono sempre più intasate e ricevere una diagnosi o un esame – talvolta anche a causa dell’eccessiva specializzazione – può risultare molto complicato. Ed ecco che la tecnologia arriva in soccorso per snellire le procedure e semplificare l’accesso anche ai Pronto Soccorsi. In casi come quelli trattati da questa compagnia inglese è ancora più importante, visto l’impatto degli ambienti familiari, delle figure di riferimento e della tempestività dei trattamenti per chi soffre di disturbi dello spettro autistico.
Riccardo Imperiosi, Direttore Giovane Avanti!
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