La contraffazione in Italia: un mercato da miliardi di euro

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27.11.2022

“Comprare prodotti falsi non è mai un buon affare”. Un consiglio, ma anche il nome dell’ultima campagna del MISE presentata in occasione della Settimana Anticontraffazione dello scorso ottobre. Il fenomeno della contraffazione sta prendendo sempre più piede in Italia, anche a causa dell’esplosione dell’e-commerce e alle piattaforme social. Gli ultimi dati a livello europeo raccontano che oltre la metà dei prodotti contraffatti sequestrati viene venduta online.

La contraffazione in Italia

Secondo il rapporto 2021 dell’OECD “Il commercio di beni contraffatti e l’economia italiana”, nel 2019 in Italia il valore delle importazioni di merci contraffatte e piratate era pari a 8,7 miliardi di euro, dato più basso del 2016 – in cui la somma ammontava a 12,4 miliardi con minori importazioni complessive – ma che rimane vertiginosamente alto. Tra le categorie merceologiche più coinvolte troviamo i beni per uso culturale, di intrattenimento domestico, abbigliamento e calzature: in ognuna di queste un prodotto su dieci in circolazione è falso.

I prodotti provengono per la maggior parte da Hong Kong, Cina e Turchia. Altro dato interessante, che fa capire quanto le conseguenze di questo fenomeno siano sottovalutate, è quello relativo alla consapevolezza dei consumatori che acquistano prodotti contraffatti: il 62% del totale dei prodotti falsi venduti nel 2019 è stato venduto a consumatori consapevoli di acquistare prodotti falsi.

Il danno all’economia

Già, ma quali conseguenze ha questo fenomeno? Quelle sul consumatore, ad esempio, dovute al prezzo ingiustamente pagato nella convinzione di acquistare un prodotto autentico. Ma soprattutto quelle sull’economia. Parlando di mancate vendite al dettaglio e all’ingrosso direttamente collegate con l’importazione di prodotti contraffatti, si stima una perdita di 4,2 miliardi di euro nel 2018, il 3,2% del mercato italiano della vendita all’ingrosso e al dettaglio. Per non parlare del Made in Italy e del danno che i prodotti contraffatti gli arrecano: secondo il Sole 24Ore il commercio mondiale di prodotti contraffatti che violano i marchi registrati italiani ha superato i 30 miliardi di euro. Anche l’occupazione ne risente: minori vendite impongono minore forza lavoro e, infatti, nel 2018 si sono volatilizzati circa 20 mila posti di lavoro nel settore del commercio.

Il ruolo dei social

Sempre più e-commerce, sempre più acquisti online. Che spesso vuol dire acquisti sui social: da anni tutte le maggiori piattaforme, su tutte Instagram e Facebook, offrono la possibilità di acquistare prodotti (pensiamo al variegato mondo dei gruppi “compro vendo e baratto” locali su Facebook) mentre altre, come Whatsapp, si prestano alla compravendita illegale proprio per la riservatezza che offrono. Tra le app più utilizzate per questo tipo di compravendita si segnalano proprio Whatsapp (56,6%), WeChat (15,1%) e Line (12,8%).

Acquistare prodotti o contenuti contraffatti può essere il classico battito d’ali d’una farfalla. Le conseguenze per l’economia italiana che, come sappiamo, vede una componente importante nel Made in Italy e nei settori del commercio, le abbiamo viste e non sono positive, esattamente come le ricadute occupazionali. Fare una scelta consapevole significa scegliere prodotti originali, che siano stati realizzati in conformità delle leggi vigenti per quanto riguarda produzione, diritti e sicurezza sul lavoro.

Riccardi Imperiosi, Giovane Avanti!

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