La casa, sogno nel cassetto di tanti giovani

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30.11.2021

In Italia, il sogno di una casa di proprietà è sostanzialmente di tutti. Probabilmente perché avere una casa propria, o comunque uno spazio anche in affitto ma totalmente personale, è, spesso, indice principale di una raggiunta autonomia. Un obiettivo che fa un po’ da spartiacque tra la condizione di eterno bambino e la vera età adulta. 

Sono tantissimi, però, di certo la maggioranza, i giovani che non riescono ad accedere a un mutuo per acquistare la loro prima casa. Tanti altri non riescono a sostenere l’impegno di un affitto. Niente di esagerato: l’entusiasmo di avercela fatta, vive anche in pochi mq. 

Le limitazioni, però, sono tante. A cominciare da una situazione economica e lavorativa spesso precaria. Tanto è più vero nelle fasce d’età giovani, comprese tra i 18 e i 25 anni. Si potrebbe obiettare che in questa fase dell’età in cui si costruisce il futuro, tutto sommato, vivere con i genitori non è poi un così grosso problema. In realtà, non è così. Nel resto d’Europa, l’autonomia abitativa dei giovani si raggiunge molto prima, anche a parità di condizioni precarie del lavoro. 

Non va meglio neanche per chi ha superato i 25 anni, ha già avuto esperienze professionali e lavorative ma non riesce, comunque, a varcare la soglia della proprietà o, quanto meno, dell’autonomia abitativa. 

Una recente indagine del CNG (Consiglio Nazionale dei Giovani) con Eures ha evidenziato che solo il 12,4% dei giovani intervistati afferma di essere proprietario della casa in cui abita. Una percentuale del tutto esigua, se si pensa al fatto che il campione è composto da un range di età che va dai 18 ai 35 anni. Se per un diciottenne, l’approccio all’idea del mutuo può essere più leggero, per un trentenne le cose si fanno più difficili. La mancanza di autonomia abitativa non può che essere vista come una frustrazione, con tutto ciò che questo comporta. 

“La difficoltà per i giovani di acquistare una casa (cui ha cercato di rispondere anche il PNRR) – si legge nella sintesi della ricerca citata – è riscontrabile anche nell’esigua minoranza di quanti hanno provato a chiedere un mutuo (10,8%), generalmente ottenendolo (7,7%) ma ricevendo un rifiuto in circa un terzo dei casi (3,1% del campione)”. 

Un dato significativo è che nella maggioranza dei casi sono gli stessi giovani a non prendere in considerazione questa possibilità. Il 40% non sente di essere nelle condizioni necessarie per poter accedere a un mutuo. Il 26,2% rimanda la valutazione al futuro. 

La casa di proprietà, per i giovani, dunque, è quasi una chimera. 

“Un miraggio” lo ha definito il Segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri parlando dell’autonomia e dell’indipendenza economica, di cui la casa è simbolo. 

Del resto, solo un esiguo numero di giovani guadagna più di 20mila euro annui. Solo un giovane su tre ha un contratto di lavoro stabile e oltre il 50% ha dichiarato di aver accettato un lavoro in nero. Le condizioni di partenza, quindi, non lasciano spazio ai sogni. 

“Ci si scontra – ha detto ancora Bombardieri –  con un mercato del lavoro estremamente precario e poco garantito, con una realtà economica e del credito che fa di quelle garanzie e della stabilità retributiva precondizioni essenziali per dar gamba ad ogni progetto.”

Ma perché è ancora così difficile accedere al credito per l’acquisto della prima casa per i giovani e le giovanissime famiglie? Il punto è nel rischio. Non ci si sente di investire su qualcuno che ancora non ha garanzie reddituali definite e con respiro futuro. 

Il Decreto Sostegni Bis ha introdotto alcune agevolazioni per spingere l’acquisto della prima casa tra le nuove generazioni. Si tratta del cosiddetto “Piano Casa”, dedicato agli under 36. 

Con il sostengo della Consap, il Fondo istituito, garantisce l’immobile fino all’80% del totale sui finanziamenti di acquisto, ristrutturazione e miglioramento dell’efficienza energetica dell’immobile scelto. Al Fondo possono accedere  

  • giovani coppie in cui almeno un componente non ha ancora superato i 36 anni;
  • genitore single con un figlio minore;
  • giovani sotto i 36 anni con un rapporto di lavoro atipico.

Importante è l’ISEE: deve necessariamente essere sotto i 40.000,00 euro annui. Superata questa soglia, il Fondo garantisce fino al 50%. 

Questa soluzione consente di poter accedere a mutui anche al 100% e sono numerose le banche che aderiscono e che si prendono carico del rischio, magari alzando leggermente il tasso di interesse, ma garantendo l’erogazione del finanziamento. È risaputo, infatti, che tra le più grandi difficoltà di accesso all’acquisto della prima casa, c’è la necessità di anticipare almeno il 20% del prezzo di acquisto. Per un giovane, magari precario e con un figlio a carico, diventa difficile poter avere un portafogli già così sostanzioso a meno di aiuti familiari. Che non possono essere dati per scontati. 

La questione dell’autonomia abitativa non è un argomento accessorio. La società si evolve anche passando dai modelli di approccio alla vita che ogni generazione costruisce sulla base delle sue possibilità. 

Il dato che racconta la sostanziale sfiducia nella possibilità di acquistare una casa da parte del target più giovane è una sconfitta di tutti. Il segno concreto che non si ha fiducia in sé stessi ma, soprattutto, nella società. Si rimanda al futuro, nella speranza che migliori qualcosa. Un lavoro più stabile, una retribuzione più adatta alle proprie competenze, una famiglia. Non è, forse, un impegno da prendere, quello di poter dare a tutti la possibilità e le opportunità per essere pienamente padroni delle proprie scelte? 

I nostri giovani, lo meritano. 

 

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