La velocità di internet in Italia

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20.10.2022

L’Italia è uno dei Paesi europei che dal punto di vista dell’innovazione tecnologica, della digitalizzazione, della presenza delle infrastrutture digitali è il fanalino di coda rispetto agli altri Stati UE. Non si è riusciti, in questi anni di grandi cambiamenti e trasformazioni dal punto di vista tecnologico, a dotare il Paese di una infrastruttura digitale adeguata e moderna.

La velocità di connessione a internet è lenta rispetto agli altri Stati UE e nel 2022 questo rappresenta un vero e proprio gap.

Nel nostro paese la velocità mediana è pari a 12.71 mbps, lontana dalla media dell’Europa meridionale (18.46 mpbs) e da quella europea (30.15 mbps). Francia e Germania hanno connessioni che vanno a più del doppio della velocità, addirittura in Danimarca e Svizzera si superano i 100 mbps.

Negli ultimi anni e in particolar modo nel periodo della pandemia e del lockdown internet e la rete sono state l’elemento fondamentale per lo smartworking, per la DAD e quindi avere una buona connessione di rete era fondamentale per non restare “tagliati fuori” da quella nuova quotidianità in cui ci siamo ritrovati a vivere nel 2020-2021.
In particolare la didattica a distanza, le lezioni online per gli studenti universitari hanno fatto capire come e quanto fosse importante avere delle infrastrutture digitali moderne e adeguate alle esigenze della collettività.

Molte famiglie, ma soprattutto molti studenti sono stati danneggiati da questo ritardo strutturale del nostro Paese e oggi anche grazie ai fondi del PNRR uno degli obiettivi è cercare di colmare questo divario con gli altri Stati membri UE, ma soprattutto cercare di colmare un divario che esiste- come per qualsiasi problema ed esigenza italiana- tra il Nord e il Sud del Paese.

L’Italia si trova nelle ultime posizioni con Cipro e Grecia ad avere la più bassa copertura internet ad alta velocità in Europa.

Oggi, per molti utenti, avere una buona connessione di rete significa poter usufruire anche dei servizi di streaming con contenuti on demand (come Netflix, Amazon Prime etc.) e facendo due conti possiamo contare 44,2 milioni di ore al mese che gli utenti italiani hanno trascorso su queste piattaforme. È chiaro che per usufruire di questo tipo di servizio occorre avere proposte- anche a livello commerciale- che garantiscano una navigazione in rete senza avere problemi di connessione.

Il PNRR nella missione relativa alla digitalizzazione (40,29 miliardi di euro stanziati per un totale del 21,05% dell’importo totale del PNRR) prevede l’introduzione della banda larga e delle connessioni veloci cioè prevede di creare reti ultraveloci per garantire la copertura di tutto il territorio nazionale comprendendo in primis amministrazioni pubbliche, scuole e strutture sanitarie e culturali con l’obiettivo di ridurre questo divario digitale che è presente nel Paese.
Una Missione che ha come obiettivo quello di “dare un impulso decisivo al rilancio della competitività e produttività del Sistema Paese”.
Questi investimenti sono necessari, ma soprattutto “idonei a garantire un deciso salto di qualità nel percorso di digitalizzazione del Paese”.
Il divario digitale dell’Italia emerge annualmente con il DESI (Digital Economic and Society Index) e il nostro Paese deve fare i conti con l’arretratezza in termini di digitalizzazione dei servizi, ma anche di conoscenze base nell’uso degli strumenti informatici e di capitale umano.

Il DESI comprende il capitale umano, la connettività, l’integrazione delle tecnologie digitali e i servizi digitali.

Nel 2022 (ultimo DESI disponibile) l’Italia si colloca al 18° su 27 Stati membri UE e saranno fondamentali i cambiamenti che l’Italia intraprenderà anche utilizzando i fondi del PNRR.
Ma guardando alle singole voci che compongono il DESI, l’Italia si colloca al 25° posto in termini di capitale umano, si colloca al 7° posto in termini di connettività, si colloca all’8° posto in termini di integrazione delle tecnologie digitali e si colloca al 19° posto in termini di servizi pubblici digitali.

La strada che il Paese deve percorrere in termini di digitalizzazione è ancora lunga, si spera però meno tortuosa grazie ai fondi previsti dal PNRR nella Missione 1 relativa alla “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”.

Giulia Cavallari, Giovane Avanti

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